Gli ultimi sondaggi Ifop per le presidenziali francesi ci raccontano di uno scenario particolarmente dinamico con Jordan Bardella (Rassemblement National) che mantiene il primo posto con il 31%, pur registrando un calo di 2 punti rispetto ad aprile, mentre Édouard Philippe (Horizons) si ferma al 21%, segnando così una battuta d’arresto per il centrodestra di ispirazione macroniana; a sorpresa, François Retailleau (Les Républicains) conquista il 16% grazie a un balzo di +8%, un risultato che ridà slancio alla destra tradizionale, decisa a riconquistare spazio nel dibattito nazionale, Jean-Luc Mélenchon (LFI) cresce al 13% e i Verdi di Marine Tondelier raddoppiano al 4,5%, segno che, anche se frammentata, la sinistra mantiene un certo dinamismo.
I sondaggi, condotti tra il 19 e il 20 maggio su un campione rappresentativo di 1.114 cittadini, raccontano di un elettorato diviso tra tre poli principali: la destra nazionalista incarnata da Bardella, il centrismo in crisi di Philippe, e il revival conservatore guidato da Retailleau, che fa leva su temi come sicurezza e identità per attrarre quell’elettorato che rifiuta gli estremismi, sia a destra che a sinistra, nel frattempo, la sinistra si mostra incapace di far convergere i consensi.
Mélenchon resta isolato, il Partito Socialista si attesta al 4,5%, il PCF non va oltre il 3,5%, mentre Éric Zemmour (Reconquête) crolla al 3,5%, simbolo visibile del declino della destra più radicale; il dibattito sull’eutanasia si è preso la scena del confronto politico con Philippe Juvin, esponente dei Républicains, che ha criticato la legge approvata il 24 maggio, affermando che l’intera procedura prevede la presenza di un solo medico e lamentandosi riguardo l’assenza di un parere psichiatrico obbligatorio, poiché, secondo lui, servirebbero controlli sistematici al posto di decisioni affrettate, come ha detto a franceinfo, rendendo visibili le fratture interne al centrodestra tra riformisti e conservatori.
Sondaggi e strategie: Macron tra tour asiatico e tensioni interne, con Meloni cerca unità
Mentre i sondaggi disegnano un’arena politica instabile, Emmanuel Macron si muove tra crisi domestiche e ambizioni globali: il 24 maggio ha incontrato Giorgia Meloni in un vertice finalizzato a creare un fronte comune contro i dazi USA e il blocco sul dossier ucraino, il giorno dopo è partito per il Vietnam, inaugurando un tour asiatico incentrato su accordi per l’energia e la difesa, una strategia che serve tanto a contrastare l’influenza crescente di Cina e Stati Uniti quanto a distogliere l’attenzione dalle polemiche interne.
La nuova legge sul fine vita, approvata in un clima di forti proteste, rischia ora di avere un impatto negativo sui sondaggi: Juvin ha denunciato che, in questo modo, l’eutanasia diventerà più accessibile delle cure palliative, ribadendo così le gravi carenze del sistema sanitario, mentre Macron, in difficoltà con l’elettorato moderato, ha tentato di rafforzare l’asse con la premier italiana.
Meloni ha affermato che la situazione europea è troppo critica per permettere nuove divisioni, un segnale della necessità di compattezza contro la minaccia rappresentata dai dazi di Trump; i sondaggi, però, confermano la crescente sfiducia verso l’establishment e se Retailleau sta raccogliendo il malcontento popolare, Bardella conserva il nucleo duro dell’elettorato del RN, mentre Macron, stretto tra riforme impopolari e alleanze instabili, rischia di uscire indebolito dalla crisi in corso.
Sondaggi e futuro: Francia tra l’ascesa della destra, riforme e crisi internazionali
I sondaggi tratteggiano una Francia sempre più polarizzata, dove il 31% raggiunto da Bardella indica non solo il rafforzamento del consenso per il Rassemblement National, ma anche la crescente sfiducia verso un centrodestra che non riesce a trovare una direzione chiara, e una sinistra priva di un progetto comune, mentre l’exploit di Retailleau – +8% – sembra raccontare di un ritorno alla destra tradizionale, capace di attrarre chi rifiuta tanto il sovranismo quanto il macronismo, giudicato da molti come eccessivamente liberale; una sfida notevole per Philippe, che fatica a posizionarsi come opzione credibile per l’elettorato moderato.
Nel frattempo, Macron si muove in un contesto sempre più pericoloso e il tour asiatico, pur rafforzando il ruolo internazionale della Francia, non basta a placare le critiche sulla gestione interna del welfare e sulle riforme etiche, come quella sul fine vita (riforma che alcuni accusano di offrire scorciatoie pericolose, senza le dovute garanzie per le persone più vulnerabili); la collaborazione con Meloni, anche se strategica e temporanea, dimostra una volontà pragmatica di superare le divisioni ideologiche davanti a sfide come i dazi USA o il conflitto in Ucraina, ma i sondaggi suggeriscono che questo tipo di alleanze non è sufficiente per riconquistare il favore di un elettorato sempre più diffidente.
Nonostante le condanne e le battute d’arresto, l’estrema destra mantiene una forte influenza e la Francia si dirige così verso uno scenario di elezioni incerte, dove ogni punto percentuale sarà decisivo; i prossimi sondaggi mostreranno se Retailleau riuscirà davvero a scardinare il vantaggio di Bardella o se il RN riuscirà a trasformare l’attuale sfiducia diffusa in una vittoria elettorale temuta da molti.