Sondaggi Germania maggio 2025: CDU 26%, AfD 23%, Merz bilancia coalizione e politica estera, mentre cala l'estrema destra
I sondaggi di metà maggio 2025 confermano uno scenario politico tedesco polarizzato, con l’Unione Cristiano-Democratica (CDU/CSU) salda al 26%, seguita da Alternative für Deutschland (AfD) al 23% (-2 rispetto ad aprile), mentre il Partito Socialdemocratico (SPD) si attesta al 14% (-1) e i Verdi al 12% (+1); la leadership del neocancelliere Friedrich Merz, sembra rafforzare il centro-destra nonostante le tensioni interne alla coalizione di governo (CDU, SPD, CSU), mentre l’AfD registra un lieve calo, sintomo di possibili divisioni strategiche tra i suoi leader, Tino Chrupalla e Alice Weidel.
I dati, raccolti da Europe Elects raffigurano un elettorato sempre più sensibile ai temi della sicurezza energetica, della competitività industriale e della politica estera, con il 48% dei tedeschi che ritiene prioritario contenere l’inflazione e sostenere le imprese; il contesto vede Merz impegnato a bilanciare le istanze europeiste della CDU con le pressioni dell’ala conservatrice, mentre l’SPD fatica a riconquistare il suo tradizionale elettorato operaio, eroso dall’ascesa del movimento BSW (4%), fondato da Sahra Wagenknecht, che attira voti sia dalla sinistra radicale sia da chi critica le politiche migratorie.
Da osservare con attenzione i prossimi movimenti dell’FDP (4%), forza liberale determinante per gli equilibri parlamentari e dei Freie Wähler (1%), il cui orientamento centrista potrebbe renderli decisivi in possibili negoziati regionali.
Sondaggi e la sfida di Merz: tenere unita la coalizione mentre l’AfD rivede la strategia
Il calo dell’AfD nei sondaggi – anche se contenuto – indica una fase di riassestamento, in quanto, il partito, contrario all’integrazione europea e schierato su posizioni nazionaliste, deve affrontare critiche interne sulla linea da adottare dopo che Merz si è espresso contro i sovranismi che definisce divisivi.
Intanto, il cancelliere lavora per rafforzare il ruolo della Germania in Europa, come dimostrano gli incontri con Giorgia Meloni e Emmanuel Macron, finalizzati a coordinare le politiche energetiche e migratorie nell’asse con l’Italia – considerato irrinunciabile da Merz – che trova conferma nel vertice intergovernativo previsto per il 2026, mentre il dialogo con la Francia punta a superare le divergenze sul nucleare (con Parigi desiderosa di sfruttare l’apertura di Merz verso una neutralità tecnologica nelle fonti a basse emissioni).
La tenuta della coalizione CDU-SPD-CSU dipenderà dalla capacità di mediare su temi spinosi come la riforma del Green Deal, su cui Merz e Meloni concordano circa la necessità di correggere quelli che considerano eccessi ideologici, e sulla politica estera, con la Germania in prima linea nel sostenere il 17esimo pacchetto di sanzioni alla Russia; saranno fondamentali le prossime mosse dell’SPD, il cui calo nei sondaggi potrebbe spingere i leader Klingbeil ed Esken a chiedere maggiore visibilità su temi sociali, contrastando la narrazione centrista di Merz.
Intanto, il movimento BSW, anche se fermo al 4%, rappresenta un elemento di novità, in quanto la sua retorica anti-establishment e pro-welfare potrebbe sfruttare la sfiducia diffusa, soprattutto nelle regioni orientali.
Sondaggi e scenari futuri: tra instabilità interna e leadership europea
I sondaggi dunque, fotografano una Germania divisa tra la stabilizzazione del centro-destra e l’incertezza delle opposizioni e se l’AfD fatica a sfondare il tetto del 25%, i Verdi (12%) e La Sinistra (10%) mantengono una base solida ma insufficiente per ambire al governo, mentre i partiti minori (FDP, BSW, FW) giocano ruoli di contorno; la vera incognita resta l’evoluzione della coalizione di governo, dove l’SPD – nonostante il calo – conserva un potere di veto su temi essenziali come la fiscalità e i diritti dei lavoratori.
Merz deve dunque conciliare il pragmatismo richiesto dalla crisi ucraina – con la Germania donatrice di 10 milioni di euro all’OMS e sostenitrice delle sanzioni – con le pressioni interne per una politica più assertiva sul piano internazionale, come dimostra la chiamata con Trump e Macron per coordinare la risposta alla Russia.
L’eventuale ripresa dell’SPD nei sondaggi passerebbe per una riaffermazione sui temi del welfare, mentre l’AfD potrebbe tentare di riconquistare consensi radicalizzando la retorica sull’immigrazione, tema su cui Meloni e Merz hanno annunciato collaborazioni; nel frattempo, la sfida energetica con la Francia, tra nucleare e rinnovabili, resta un banco di prova per l’unità europea; con Merz chiamato a mediare tra le istanze industriali tedesche e le ambizioni green di Macron.