Sondaggi Portogallo: AD al 32%, PS in calo. Montenegro invoca stabilità contro l'opposizione; Santos apre a dialoghi per evitare lo stallo
Con il 32% dei consensi negli ultimi sondaggi Pitagórica, l’Alleanza Democratica (AD-PPE) guidata da Luís Montenegro mantiene il vantaggio a pochi giorni dalle elezioni del 18 maggio, mentre il Partito Socialista (PS-S&D) scende al 25%, in un clima politico segnato da instabilità cronica e diffusa sfiducia – nel frattempo – Montenegro ha invitato gli elettori (stanchi di tornare alle urne per la terza volta in tre anni) a scegliere la stabilità, sostenendo che l’opposizione trasformi l’instabilità in uno stile di vita e l’appello arriva proprio dopo la caduta del suo governo lo scorso marzo, a seguito di una mozione di fiducia legata a presunti conflitti d’interesse.
I dati dei sondaggi – raccolti tra l’11 e il 14 maggio – mostrano un centrodestra in crescita di tre punti rispetto al 29% del 2024 ma ancora lontano dalla soglia dei 116 seggi necessari per la maggioranza assoluta con una proiezione di 84-95 seggi su 230 mentre il PS di Pedro Nuno Santos arretra di un punto, con Chega (CH-PFE) – partito di estrema destra – che sale al 19% e si conferma terza forza nazionale; nonostante Montenegro tenti di posizionarsi come argine al caos generale, avverte che senza una maggioranza solida il Paese rischia altri anni di paralisi, Santos – da parte sua – replica che i portoghesi hanno perso fiducia nell’AD e si dice certo della vittoria nonostante i numeri dei sondaggi.
A complicare ulteriormente il quadro ci sono una recessione tecnica – con il PIL in calo dello 0,5% nel primo trimestre 2025 – e un’astensione record attesa attorno al 40%, segnale di una disillusione crescente verso una classe politica percepita come distante dalla realtà quotidiana.
Sondaggi: AD senza maggioranza, Chega al 19%. Santos apre al dialogo per evitare il blocco
Pur restando in testa nei sondaggi, l’AD non supera la soglia del 32% e, con 84-95 seggi stimati, dovrà cercare alleanze per governare in un Parlamento sempre più frammentato e – in questo contesto, Chega (43-50 seggi) e Iniziativa Liberale (IL-RE, 6%, 7-13 seggi) – diventano pedine fondamentali; Santos ha dichiarato l’intenzione di dialogare con forze moderate per evitare uno stallo istituzionale, lasciando intendere una possibile apertura a nuove formule di collaborazione ma Rui Rocha (IL) si spinge oltre, immaginando una coalizione tra AD e IL come base per un patto su riforme liberali.
Montenegro – però – ha escluso ogni alleanza con Chega, definendo il partito incompatibile con i valori democratici, una presa di posizione che potrebbe però isolarlo nel caso in cui non raggiungesse i numeri per governare da solo; intanto, André Ventura – leader di Chega e reduce da due malori durante i comizi – ha accusato l’establishment di ignorare le preoccupazioni del popolo, in particolare sul tema dell’immigrazione, che continua a essere il principale cavallo di battaglia del partito (Chega ha quadruplicato i seggi nel 2024 proprio spingendo su questa narrazione).
I dati CESOP-UCP mostrano un paese diviso con l’AD che supera il 40% nel nord mentre il PS regge al sud con il 30%, Chega invece continua a crescere nelle periferie urbane dove la crisi abitativa (con prezzi in aumento del 9% nel 2024) e le carenze del welfare acuiscono il malcontento; Ventura ha definito il Portogallo un malato cronico di instabilità, sostenendo la necessità di una “cura shock” basata su tagli fiscali e chiusura dei porti, il PS – al contrario – propone sussidi per gli affitti e nuove assunzioni nel pubblico impiego.
Sondaggi, economia in crisi e astensione ai massimi: Carneiro denuncia una campagna senza visione
Oltre ai numeri dei sondaggi, pesa anche il giudizio sull’agenda politica in quanto il 62% degli elettori indica come priorità salari (che restano sotto i 2.000 euro medi) e accesso alla casa mentre solo il 18% cita l’immigrazione, nonostante la centralità di questo tema nella campagna di Chega: Maria do Rosário Carneiro – vicepresidente della Commissione Giustizia e Pace – ha criticato la deriva della campagna elettorale, descrivendola come confusa, rumorosa e priva di una visione condivisa del bene comune denunciando anche l’eccesso di polemiche e la scarsità di proposte concrete su welfare e lotta alla povertà, che ancora oggi colpisce il 14% della popolazione.
La possibilità che anche questa legislatura si riveli effimera è concreta e dopo la crescita post-Covid (PIL +1,9% nel 2024), la recessione e il calo degli investimenti esteri rischiano di bloccare progetti strategici come le miniere di litio e la privatizzazione della compagnia aerea TAP, pertanto, i sindacati chiedono un patto trasversale su economia e sanità, mentre il PS propone un aumento del salario minimo (attualmente a 820 euro) e l’AD punta su sgravi fiscali per le imprese.
Sul fondo aleggia l’ombra di un’astensione record: i cittadini non credono più nella possibilità di un vero cambiamento e anche Bruxelles osserva da vicino la situazione, in particolare l’utilizzo dei fondi europei, che registra ritardi del 30%, con il 44% dei giovani under 35 tentati dall’emigrazione, la vera sfida del prossimo governo sarà riconquistare la fiducia collettiva trovando un equilibrio tra rigore e giustizia sociale in un Paese sospeso tra populismi e urgenze reali.