Sondaggi politici di Piepoli, giugno 2025: le intenzioni di voto pre-Referendum, gli scenari tra sinistra, Cdx e Terzo polo. Cala FdI ma resta a +7% sul Pd
RUSH FINALE PRIMA DEI REFERENDUM: CALO MELONI, PD SPERA (MA RESTA A -7%). LE INDICAZIONI DI VOTO
A tre giorni dai Referendum abrogativi, in concomitanza con i ballottaggi dei 15 Comuni rimasti in bilico per le Elezioni Amministrative 2025, i sondaggi politici inquadrano un consenso nazionale piuttosto cristallizzato in queste ultime settimane anche se la speranza per entrambi gli schieramenti è che i risultati dei 5 quesiti referendari possano essere una “spinta” prima della pausa estiva.
Il Centrodestra si augura che le proposte di legge via Referendum della sinistra possano naufragare sull’ostacolo quorum, di contro invece il campo largo progressista fiuta l’occasione di affossare una legge mai troppo sopportata come il Jobs Act (anche se approvata dal Governo Renzi-Pd) e modificare soprattutto le regole per la cittadinanza. I sondaggi politici raccolti dall’Istituto Piepoli ad inizio giugno segnano come una sostanziale “prudenza” nel valutare eventuali prossime crescite/crolli dei principali partiti.

FdI con Meloni cala di poco fino al 29,5% (-0,5% rispetto ai sondaggi politici Piepoli di maggio), mentre il Pd “spera” in un buon esito delle urne del 8-9 giugno 2025 con il 22,5%, davanti di 10 punti ad un M5s con Conte sempre più in stallo (e con in più il rebus giudiziario della causa aperta da Grillo contro il suo ex partito). La Lega di Salvini con Forza Italia restano appaiate all’8,5%, confermando la continua “altalena” di consensi che li vede sempre l’uno davanti all’altro ormai da mesi.
CHI RISCHIA OGGI DI RIMANERE FUORI DAL PARLAMENTO: AVS TIENE, CAOS TERZO POLO
Chi invece rischierebbe seriamente di essere “tagliato” fuori dalla legge elettorale sullo sbarramento – se si votasse domani – sono le varie anime ex Terzo Polo, in generale il mondo centrista che si interroga infatti sulla possibilità di unirsi al campo largo per evitare un oblio elettorale non da poco. I sondaggi politici dell’Istituto Piepoli mostrano come ad oggi solo l’Alleanza Verdi-Sinistra con il suo 6,5% rimarrebbe ampiamente “salva” sopra la quota di sbarramento (che ricordiamo essere al 4% con la legge del Rosatellum bis, ndr).

Dietro si agitano gli altri partiti, da Azione di Calenda fermo al 3% fino alla crescita di Renzi con Italia Viva all’1,5%, pareggiando il potenziale alleato di PiùEuropa: con Noi Moderati all’1,5% che nella coalizione di Centrodestra riuscirebbe comunque ad entrare in Parlamento, il tema delle alleanze a sinistra resta dirimente come dimostrano anche le ultime Elezioni Comunali. Laddove il campo progressista è allargato spesso a livello locale si riesce a scalzare la coalizione del governo Meloni: il punto è sempre lo stesso, trovare un programma “unitario” e una capacità diplomatica di mantenere tutti assieme sotto il Pd di Schlein le varie anime del centro riformista e della sinistra radicale.