POLEMICHE, VOTI E ATTESE: MA IL CENTRODESTRA TORNA A CRESCERE NEI SONDAGGI POLITICI. PD A “DUE FACCE”
Mentre il mondo resta in ansia per le guerre (e i negoziati) che vanno a corrente alternata giorno dopo giorno, i nuovi sondaggi politici di Euromedia Research – mostrati da Alessandra Ghisleri nella puntata di “Porta a Porta” di martedì 18 marzo 2025 – provano a intercettare il giudizio degli italiani davanti ai tantissimi eventi di questi tempi, dalla politica interna a, ovviamente, quello che succede fuori dai nostri confini.
Le posizioni divise tra sinistra e destra, e pure al loro interno, sul maxi piano di Riarmo UE – ancora tutto da verificare e confermare dai singoli voti dei Parlamenti nazionali – hanno sconvolto un quadro di sondaggi politici decisamente “cristallizzati” nei primi mesi del 2025, senza elezioni nazionali né particolari altri appuntamenti elettorali. Al netto delle polemiche e dello scontro avvenuto tra ieri e domani in Parlamento per le Comunicazioni della Premier Meloni tra Governo e opposizione, le intenzioni di voto Euromedia registrano comunque una crescita rinnovata sia in campo Centrodestra che nel principale partito di opposizione, il Pd di Elly Schlein.
FdI della Presidente del Consiglio risale al 30% netto, così come recupera uno 0,4% perso nelle ultime settimane il Partito Democratico, pur se profondamente diviso al suo interno sulla linea da tenere davanti alle strategie su difesa e riarmo: i Dem tornano al 23,4% ne consensi nazionali, avanti ancora nettamente al M5s che si ferma all’11,9%.
Rimanendo in casa Centrodestra, Forza Italia con Tajani rimane stabile al 9,1%, superato questa settimana dalla Lega di Salvini che nel posizionamento anti-riarmo e anti-guerra recuperare addirittura lo 0,6% e si piazza al 9,3%. A chiudere i sondaggi politici sulle singole liste, l’AVS di Bonelli, Fratoianni e Salis sale al 5,8%, con Calenda al 2,8% che tiene dietro sia Renzi al 2,5% che PIùEuropa all’1,8%.
Noi Moderati con Lupi invece rimane allo 0,9%, contribuendo alla soglia totale del Centrodestra che questa settimana per i sondaggi Ghisleri pubblicati il 18 marzo 2025 è pari al 49,3%, guadagno netto dello 0,8% grazie alle performance di Meloni e sopratutto Salvini. Per il Centrosinistra invece il 31% è ampiamente fuori competizione in eventuali Elezioni politiche prossime: il campo largo voluto da Schlein, che prende dentro da Conte all’AVS fino ai 5Stelle e Renzi, il consenso è pari oggi al 45,4%, pronto a salire al 48% se anche Azione dovesse unirsi al “nuovo Ulivo” o “campo larghissimo”.
Lo scenario di incertezza elettorale – con astenuti e indecisi che sono ancora moltissimi (il 51%) – fornito da questi sondaggi politici ha una precondizione che dovrebbe confermarsi alle urne, e al momento resta alquanto complessa: realmente contro il Centrodestra si riuscirà a coalizzare un’unico maxi-gruppo di tutte le forze centriste e progressiste?
RIARMO, DIFESA E NATO: GLI ITALIANI SEMPRE PIÙ SCETTICI SUL “PIANO VON DER LEYEN”
Al netto di non considerare (non da oggi) la politica estera come problematica centrale nella complicata vita quotidiana di migliaia di famiglie, lavoratori, aziende e pensionati, il piano di riarmo presentato dall’Unione Europea convince sempre meno un elettorato spaventato dai toni urgenti di ripensare riforme ed economie verso una guerra “potenziale” futura. Sempre osservando i sondaggi politici presentati da Alessandra Ghisleri a “Porta a Porta”, il 53,8% degli intervistati si dice del tutto contrario alla spesa militare nella NATO che raggiunga il 2% del PIL (30,1% i favorevoli, ndr), mentre il 51% è convinto che d’ora in poi debbano cessare gli aiuti militari di UE e USA all’Ucraina, per non protrarre ulteriormente la guerra.
Il giudizio dell’elettorato sui vari partiti italiani nei confronti del piano di riarmo è altroché confuso, conio 56% di italiani che ritiene comunque divisa la maggioranza di Governo, mentre addirittura il 61% ritiene che le varie posizioni espresse dal Pd in questi giorni di caos tra voti in Parlamento UE e Camera-Senato nostrane «non sono convincenti per nulla». Ad aggiungere chiarezza sul tema guerra, gli italiani al 60% e oltre si dice decisamente contrario all’invio di soldati italiani in Ucraina, anche se “solo” per far rispettare la tregua finale nei prossimi mesi.