CRESCE CONTE, PARI SALVINI-TAJANI, FDI NETTAMENTE DAVANTI AL PD: COSA DICONO I SONDAGGI POLITICI DEL TERMOMETRO
Nell’epoca che viviamo fare una distinzione tra politica interna ed estera è sempre piuttosto complicato, dato che i due “mondi” si intersecano forse come mai prima d’ora: osservando i sondaggi politici forniti dal Termometro Politico (con interviste e analisi tra il 19 e il 20 marzo 2025) non può non emergere una stretta correlazione tra gli scenari che abbiamo tutti davanti agli occhi, le difficoltà della maggioranza e la divisione nelle opposizioni, la sfiducia complessiva nell’Unione Europea di Von der Leyen e una certa curiosità per eventuali nuove liste “anti-sistema”.
Il flop importante del Consiglio Europeo ha messo nuovamente in campo una diversità di vedute all’interno del Governo Meloni su come impostare i prossimi dossier chiave di Ucraina, difesa e riarmo: la Lega, nella settimana in cui spinge per rifiutare il piano Von der Leyen ridenominato “Prontezza 2030”, guadagna consensi e pareggia Forza Italia nei sondaggi politici pubblicati dal Termometro Politico lo scorso 21 marzo, conclusosi il summit europeo da ben pochi risultati concreti. Fratelli d’Italia della Premier Giorgia Meloni torna a mediare tra i due propri vicepremier, così come in politica estera prova a tenere equidistanza tra gli Usa di Trump e il Consiglio Europeo.
A livelli di consensi nei sondaggi politici nazionali, come dimostra l’ultima Supermedia YouTrend della scorsa settimana, Meloni fa mantenere saldo il consenso attorno al suo partito, oggi stabile al 29,1% e nettamente avanti di 7 punti percentuali alla rivale leader del Pd, Elly Schlein, che non superare quota 22,1%. Bene questa settimana il M5s di Conte che raggiunge il suo “picco” dalle Europee 2024 nei sondaggi politici del Termometro: il vantaggio sull’8,7% di Lega e Forza Italia resta immutato, così come ad oggi l’AVS di Bonelli e Fratoianni si conferma in buone condizioni con il 6,4%.
DALL’EFFETTO VANNACCI-RIZZO ALLA CRISI VON DER LEYEN: GLI ITALIANI MOSTRANO SFIDUCIA PER L’EUROPA…
Chiudono le intenzioni di voto dei sondaggi politici Termometro l’area liberale ex Terzo Polo, con Calenda e Azione che restano ancorati al 3% davanti all’ex alleato Matteo Renzi, che con il 2,3% riesce a tenere dietro solo PiùEuropa (1,9%), Democrazia Sovrana Popolare di Marco Rizzo all’1,4% e Noi Moderati di Lupi all’1,3%. Nei sondaggi raccolti negli corsi giorni merita attenzione una domanda rivolta all’elettorato italiano in merito alla possibilità di vedere dalle prossime Elezioni Politiche una potenziale lista comune tra il generale Roberto Vannacci (attuale europarlamentare con la Lega) e l’ex leader comunista, oggi in DSP, Rizzo.
Nei loro tour di incontri negli ultimi mesi hanno messo sul tavolo argomenti e critiche al sistema politico europeo e italiano, con due approcci diversi – uno più da destra conservatrice, l’altro più da sinistra populista – ma che tendono ad accomunare l’obiettivo finale di una sostanziale critica al mondo contemporaneo. È stato chiesto nei sondaggi politici del Termometro se una lista del genere potesse avere chances in eventuali voti elettorali, e la risposta è decisamente positiva: ad oggi un partito Vannacci-Rizzo varrebbe subito un 5,6%, con però un 13% che si dice disposto a prendere in considerazione il possibile voto per loro (e il 12% non si sente di escluderlo, sebbene lo reputi improbabile).
Ad oggi dunque la Fanta-politica di un nuovo movimento tra Vannacci e Rizzo potrebbe tranquillamente combattere con l’AVS per il sesto posto nel borsino generale dei partiti, superando da subito l’intera area ex Terzo Polo. Ad aggiungere infine “indizi” sulla scarsa considerazione che l’elettorato pare dimostrare nei confronti dei temi e della gestione UE, i sondaggi politici del Termometro dopo la valutazione su Vannacci passa a giudicare la fiducia attuale attorno alla Presidente della Commissione Europea, dopo la presentazione del piano di riarmo.
Ebbene, solo il 23% si dice sostanzialmente concorde con il suo operato, mentre il 46% boccia del tutto la n.1 della UE, con l’aggiunta di un 30% molto poco incline ad esprimere fiducia in Von der Leyen e in quello che rappresenta.