I sondaggi politici Swg dopo i risultati del Referendum 2025: sconfitta della sinistra (e di Schlein), "tenuta" del Centrodestra e rebus sulla cittadinanza
PD CRESCE NEI SONDAGGI POLITICI MA PERDE ALLE URNE (CON LA CONSOLAZIONE DI TARANTO)
Puntavano al 50%, si sarebbero accontentati del 40%, hanno “mezzo” celebrato con il 30%, ma alla fine i risultati finali del referendum dicono addirittura 29,8% di affluenza: la sinistra perde i Referendum 2025 e anche i primi sondaggi politici pubblicati dopo la chiusura delle urne (con interviste realizzate tra il 4 e il 9 giugno) confermano una difficoltà generale per il “campo largo progressista”.
Se è vero che arrivano ottimi risultati sul fronte Comunali, con la vittoria nel ballottaggio a Taranto che “bissa” i successi di Genova e Ravenna, la cocente sconfitta sui quesiti referendari (e un alto numero di No sul Referendum per la cittadinanza) riapre il problema dei consensi e delle divisioni interne al Centrosinistra: a livello di sondaggi politici, i dati espressi da Swg per La7 questa settimana confermano una buona crescita del Pd di Schlein al 23,4%, senza però che questo si sia trasposto in voti per far passare il quorum sui Referendum.

Giorgia Meloni con FdI guadagna invece ulteriormente preferenze raggiungendo il 30,7% e allungando di 7 punti il vantaggio sui Dem: il M5s con Conte rimane a galla con il 12,5% mentre perde quota la Lega di Salvini che scivola al 7,9% finendo dietro a Forza Italia, in calo all’8%. A chiusura delle intenzioni di voto dei sondaggi politici Swg resta l’Alleanza Verdi-Sinistra con il 6,5%, anch’essi sconfitti sui voti dei Referendum 2025, Azione di Calenda in lieve crescita al 3,4%, con Renzi fermo al 2,5% e PiùEuropa all’1,4% che rimane davanti a Lupi con Noi Moderati (1%).
DAI SONDAGGI ALLE ANALISI SUL REFERENDUM: SCHLEIN FALLISCE IL “QUORUM BOCCIA”, MENTRE IL CENTRODESTRA RESPIRA
Al netto della sconfitta patita dalla CGIL di Maurizio Landini che materialmente aveva scritto e proposto i 5 Referendum abrogativi, il forte investimento in campagna elettorale fatto da Elly Schlein e la maggioranza Dem (spaccando il Pd internamente con i riformisti che hanno invitato all’astensione sui quesiti relativi al Jobs Act renziano) non aiuta un campo largo che emerge diviso e frastagliato da questa tornata elettorale. I sondaggi politici fanno ben intuire come dietro al Pd resti al momento una forte difficoltà di tenere assieme le parti radicali-progressiste e quelle centriste-riformiste.
Non solo, l’obiettivo minimo fissato di raccogliere una quantità di votanti superiore ai 12,4 milioni di elettori del Centrodestra alle ultime Elezioni Politiche 2022 è stato mancato ulteriormente, nonostante i proclami anche dopo i risultati dei leader del campo largo. Al netto di un potenziale errore comunicativo nel considerare il voto di Referendum su lavoro e referendum come paragonabili ad una votazione nazionale politica, il “quorum Boccia” (dell’ex Ministro Dem che molto aveva investito nel “superamento” del Centrodestra, ndr) è stato tutt’altro che raggiunto.

Senza i voti all’estero, i Sì ai 4 referendum sul Lavoro raggiungono al massimo 12,1 milioni in media di votanti per il Sì, contro i 9 milioni del quesito sulla Cittadinanza che evidenzia come anche all’interno della sinistra il tema dell’immigrazione è sentito come molto più diversificato del “fronte comune” richiesto da Schlein e Landini. Oltre dunque a fissare una soglia “arbitraria” che comunque non tiene conto della sconfitta pesante di 5 quesiti che non raggiungono di molto il 50%, il celebrare il voto di ieri come una possibile “spina nel fianco” per il Governo Meloni è qualcosa che sta facendo polemizzare molti all’interno dello stesso “campo largo.”
Senza considerare i voti degli italiani residenti all’estero, i Sì ai 4 #referendum sul lavoro sono stati in media 12,1 milioni, mentre i voti ottenuti dal centrodestra alle elezioni del 2022 per la Camera sono stati leggermente di più (12,3 milioni). pic.twitter.com/buxC5G84OV
— Youtrend (@you_trend) June 10, 2025
Oltre ad un Centrodestra che “respira” (anche se dovrà subito occuparsi delle questioni interne e le riforme al Governo, ndr), come ha spiegato stamane il co-fondatore dei sondaggi politici YouTrend Lorenzo Pregliasco in diretta a SkyTg24 commentando i risultati dei Referendum, il bacino elettorale della sinistra resta sostanzialmente il medesimo, «affluenza più alta al centro-nord e nelle aree centrali dei grandi centri urbani». Come a dire che non vi è stata una crescita globale dei consensi e da questo dovrà ripartire la riflessione interna al possibile “campo largo” da costruire verso le Elezioni 2027.