Secondo gli ultimi sondaggi dell’istituto Forsa, l’Alternative für Deutschland (AfD) – formazione di destra radicale – raggiunge il 26% superando per la prima volta l’alleanza conservatrice CDU/CSU ferma al 25%: un sorpasso che segna un nuovo punto di svolta nello scenario politico tedesco, dove i vecchi equilibri sembrano vacillare sotto la pressione di proteste diffuse e sfiducia crescente.
AfD – guidata da Tino Chrupalla e Alice Weidel – guadagna 2 punti rispetto alla rilevazione di inizio aprile e ben 5 rispetto al risultato delle elezioni federali del 2023 quando si era fermata al 20,8% e a cedere terreno – come risulta dai sondaggi – sono i cristiano-democratici di Friedrich Merz, ora in perdita di 3 punti rispetto al dato elettorale ma il crollo più significativo riguarda i socialdemocratici di Olaf Scholz – oggi al governo – che scivolano al 15% segnando il risultato peggiore nella storia della Repubblica Federale Tedesca.
Nei sondaggi i Verdi si attestano all’11% mentre La Sinistra (Die Linke) scende al 9%: entrambe le formazioni restano su livelli modesti, senza segni di rilancio e anche i liberali della FDP – alleati della coalizione di Scholz – si aggirano sul filo del 4%, la soglia minima per entrare al Bundestag. L’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) è anch’essa al 4%, mentre i partiti minori risultano irrilevanti ai fini della rappresentanza parlamentare.
Sondaggi in Germania: elettorato in bilico e governo appeso a un filo
Lo scenario che emerge dai sondaggi raccolti tra il 15 e il 17 aprile su un campione di 1.502 cittadini è quello di una Germania sospesa tra frustrazione e incertezza: il sostegno crescente all’AfD è alimentato in particolare nelle regioni dell’ex Germania Est, tra i lavoratori del settore manifatturiero e tra le fasce più colpite dal rallentamento economico, dove la narrazione anti-establishment e la critica alle politiche migratorie fanno breccia.
All’opposto, la coalizione governativa formata da SPD, Verdi e FDP appare sempre più logorata da contrasti interni su spesa pubblica, transizione energetica e priorità sociali senza che emerga una leadership chiara né una visione unificante e parallelamente, anche l’Unione CDU/CSU fatica a trovare una strategia vincente, divisa tra spinte più conservatrici e istanze moderate. Ma secondo gli analisti i sondaggi vanno letti con prudenza in quanto si tratta di un’istantanea in un momento di forti tensioni, non necessariamente di un trend consolidato.
Il governo Scholz potrebbe infatti recuperare terreno se riuscisse a introdurre riforme incisive o a migliorare le condizioni economiche ma resta un punto fermo: l’AfD – da tempo marginalizzata nel dibattito istituzionale – si è ormai ritagliata un ruolo centrale nel sistema politico tedesco, un fatto che preoccupa Berlino, Bruxelles e gli altri partner europei poiché un’affermazione duratura dell’ultradestra influirebbe irreversibilmente sulle politiche migratorie, sugli equilibri interni dell’Unione Europea e sull’atteggiamento verso la guerra in Ucraina.