A pochi giorni dall’attesissimo appuntamento alle urne – previsto per il 18 maggio – i sondaggi disegnano un quadro politico in Polonia particolarmente dinamico e in rapida evoluzione: l’ultimo rilevamento condotto da IBRiS conferma il netto primato di Rafał Trzaskowski, candidato di Piattaforma Civica (PO-EPP) che raggiunge il 37% consolidando così una posizione di vantaggio costruita fin dall’inizio della campagna elettorale.
Al secondo posto – in evidente difficoltà – troviamo Karol Nawrocki di Diritto e Giustizia (PiS-ECR) fermo al 28% in netto contrasto con il passato recente in cui godeva di un consenso ben più ampio; a seguire, il leader della destra radicale Sławomir Mentzen (Konfederacja-ESN|PfE) conquista il 13%, forte di un consenso crescente soprattutto tra i più giovani, particolarmente attivi sulle piattaforme social come TikTok. Più indietro si posizionano Szymon Hołownia (Polonia 2050-RE) con il 7% e Magdalena Biejat (Nuova Sinistra-S&D) al 6% mentre Adrian Zandberg (Razem-LEFT) raccoglie il 4% mettendo in luce le difficoltà con cui in la sinistra fatica a decollare in termini di popolarità.
Nella fascia più bassa delle preferenze nei sondaggi sono presenti Marek Jakubiak (Federazione per la Repubblica) e Grzegorz Braun (Konfederacja Korony Polskiej) con il 2%, seguiti da Joanna Senyszyn e Krzysztof Stanowski al 1%, mentre Bartoszewicz, Maciak e Woch restano inchiodati allo 0%: questo scenario – disegnato da sondaggi sempre più serrati – mette in evidenza un elettorato polacco che si mostra diviso e incerto, pur con una chiara tendenza a privilegiare figure considerate più moderate e istituzionali, ma senza ignorare le voci più estremiste e populiste.
Il risultato del primo turno appare tutt’altro che scontato: in assenza di un candidato capace di superare la soglia del 50% dei voti, sarà necessario il ballottaggio previsto per il 1 giugno, una prospettiva che rende ogni minimo spostamento di consenso decisivo per il futuro politico del Paese.
Sondaggi: Trzaskowski saldo, Mentzen sorprende, Nawrocki in difficoltà
I sondaggi – termometro instabile ma imprescindibile per leggere il sentiment del Paese – mostrano come la corsa alla presidenza polacca sia tutt’altro che prevedibile: l’attuale situazione vede Trzaskowski mantenere una leadership solida ma non inespugnabile mentre Mentzen, (galvanizzato dall’appoggio delle nuove generazioni) si propone come variabile impazzita capace di riscrivere i giochi al ballottaggio.
La presenza scenica e la strategia comunicativa aggressiva di Mentzen, unita al calo costante di Nawrocki nei sondaggi, segnalano un cambiamento culturale nel cuore dell’elettorato polacco sempre più attratto da proposte alternative e da linguaggi diretti, semplici e incisivi, distanti dalla politica tradizionale; Szymon Hołownia – anche se apprezzato per il suo stile moderato – sembra faticare a intercettare le paure e le speranze di un Paese in fermento mentre la sinistra (rappresentata da Biejat e Zandberg) non riesce a conquistare ampie porzioni di elettorato, rimanendo confinata a ruoli marginali nello scacchiere nazionale.
I sondaggi riflettono dunque non solo preferenze elettorali, ma un più profondo cambiamento sociale che coinvolge in modo trasversale tutte le fasce d’età e di reddito: con Andrzej Duda ormai giunto alla fine del suo mandato e l’attuale governo di coalizione che guarda con apprensione alla possibilità di perdere margini di manovra, il tema di queste presidenziali supera di gran lunga la scelta di un semplice Capo di Stato, investendo la direzione politica, culturale e persino identitaria della Polonia del futuro.