Dagli ultimi sondaggi, il panorama politico in Polonia resta decisamente polarizzato tra dubbi e incertezze: la Coalizione Civica (KO) del premier Donald Tusk mantiene un vantaggio contenuto nei sondaggi, attestandosi al 34% contro il 30% del partito Diritto e Giustizia (PiS) secondo la rilevazione United Surveys del 7 maggio, seguono la coalizione nazionalista Konfederacja al 14%, la sinistra Lewica all’8% e il centrismo di Trzecia Droga-PSL con l’8%.
I dati dei sondaggi arrivano a pochi giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali del 18 maggio, considerate decisive per il futuro del governo Tusk – finora bloccato dai veti del presidente uscente Andrzej Duda – vicino al PiS e in testa nei sondaggi presidenziali troviamo il sindaco di Varsavia Rafał Trzaskowski con il 32,3%, seguito da Karol Nawrocki, sostenuto dal PiS, fermo al 22,7%.
Per quanto riguarda i candidati a presidente – stando agli ultimi sondaggi – Rafał Trzaskowski guadagna tre punti e vola al 37%, staccando il candidato del PiS, Nawrocki, in calo al 30%; crolla Mentzen che perde due punti fermandosi al 12%, mentre Zandberg sale al 5% grazie a un +2%, stabili gli altri candidati di centro e sinistra, tra cui Hołownia e Biejat al 4%, con Braun in leggera crescita.
La campagna si è accesa su temi sensibili come aborto, migrazione e relazioni con l’Unione Europea, in un clima segnato da scontri verbali e polemiche; Trzaskowski si presenta come figura di unificazione nazionale e promette di facilitare riforme finora ostacolate, mentre Nawrocki – su posizioni marcatamente conservatrici – ha rilanciato la linea dura contro l’immigrazione e attaccato le politiche UE.
Entrambi i candidati cercano di mobilitare l’elettorato su tematiche che toccano corde profonde nella società polacca tra tradizione cattolica e spinte modernizzatrici con la questione dell’aborto che è tornata centrale dopo le numerose proteste degli anni passati e il recente dibattito parlamentare sulla depenalizzazione; anche la gestione dei fondi europei legati al Recovery Plan rappresenta un tema dominante con il KO che accusa il PiS di aver isolato la Polonia e compromesso l’accesso alle risorse – nel frattempo – la retorica su sicurezza e frontiere è riemersa a causa delle pressioni migratorie dalla Bielorussia con Nawrocki che invoca un rafforzamento dei confini e delle forze armate.
Sondaggi presidenziali: Trzaskowski avanti, ma il rischio frammentazione resta alto
Nonostante la disapprovazione del 51,4% dei polacchi verso l’operato del governo Tusk (rilevata nei sondaggi da Dziennik Gazeta Prawna) l’elettorato progressista sembra disposto a convergere su Trzaskowski per evitare un ritorno al potere del PiS mentre l’attuale sindaco di Varsavia punta su un messaggio istituzionale e inclusivo e propone un’agenda riformista su diritti civili e giustizia, bloccata finora dai veti presidenziali e da resistenze interne alla stessa coalizione KO, in particolare da parte del Partito Contadino contrario alle unioni civili.
Una sua vittoria potrebbe sbloccare il processo legislativo, consentendo al governo di portare avanti riforme attese e di rafforzare il ruolo della Polonia in Europa, anche alla luce della presidenza di turno del Consiglio UE, iniziata proprio a maggio.
Ma proprio le divisioni tra liberali, centristi e ambientalisti rischiano di frenare l’agenda riformista e in questo contesto il quadro politico continua a frammentarsi progressivamente con l’estrema destra di Mentzen (10% nei sondaggi) e la sinistra radicale di Zandberg (4%) che stanno guadagnando consensi tra i giovani elettori delusi, aggiungendo altra instabilità; la Polonia si trova così davanti ad una scelta per quale da una parte trova il rafforzamento della linea europeista di Tusk – dall’altra – il rischio di una nuova fase di scontro istituzionale e isolamento internazionale.
L’ascesa dei partiti più estremi testimonia una tangibile sfiducia verso le élite tradizionali e un bisogno di rappresentanza radicale e se Mentzen attrae con il suo linguaggio diretto e anti-establishment, Zandberg richiama i temi sociali e il rilancio dello stato sociale: questi movimenti – anche lontani tra loro – indicano un disagio profondo nella fascia under 30, spesso precaria e senza riferimenti e – in un contesto così fluido – la costruzione di una maggioranza stabile appare sempre più complicata rendendo determinante il risultato presidenziale non solo per il futuro immediato, ma per l’intero equilibrio democratico della Polonia.