LA LUNGA CODA DELLA BREXIT NON FRENA FARAGE (ANZI): UK A “TRE CORONE” E SEMPRE NEL CAOS SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI
Lo strano caso di Dottor Nigel e Mister Farage: nei giorni in cui Londra celebra i 5 anni dalla Brexit tra turbolenze, pentimenti e rivendicazioni, i sondaggi politici nazionali in Regno Unito vedono da un lato la bocciatura sonora dei “Leaves” dall’Unione Europea, dall’altro la crescita pazzesca del partito Reform UK. Insomma, Nigel Farage si trova da un lato criticato per aver trainato e spinto la Brexit (assieme all’ex Premier Tory Boris Johnson), dall’altro osannato dall’elettorato che spinge ancora questa settimana ad un +4% nei consensi nazionali.
La “schizofrenia” politica in Regno Unito del resto non è così anomala e tale “doppiezza” sul caso Farage è comunque spiegabile più per la crisi cocente dei due storici partiti inglesi, che non per un’improvvisa volontà di premiare il particolare politico conservatore. Quello che è certo ad oggi è la fiducia espressa dai cittadini su Reform e sulle politiche di sicurezza, unite ad un’economia più convinta e meno incentrata ai progetti “sociali” del Labour di Starmer. I sondaggi del Regno Unito condotti da BMG Research (interviste il 28-29 gennaio 2025) danno un “triumvirato” assai anomalo in testa ai consensi nazionali, con però trend e momenti di consensi assai diverso tra le tre “teste coronate”: i laburisti al Governo crollano di ben 4 punti rispetto a fine 2024, scendendo al 25%, esattamente come i Conservatori di Badenoch, in calo del 2% in poco più di un mese. Reform di Farage invece guadagna netto 4 punti percentuali e chiude al 24% di fatto ormai a pari merito gli storici partiti della democrazia UK.
IL GOVERNO STARMER CRITICATO DA PIÙ PARTI, ORA PURE DA PAUL McCARTNEY
Agli altri partiti restano le “briciole” nei sondaggi politici sul Regno Unito 2025: LibDem al 14%, Verdi all’8%, SNP (partito scozzese) al 3%, davanti al partito comunista che resta all’1%. Resta il tema della Brexit, che scontenta oggi più del 50% degli elettori, e soprattutto rimane il caos generale sul Governo Starmer dato in calo secondo tutti gli ultimi sondaggi politici nazionali.
L’economia che non decolla, le polemiche sulla gestione dei vari casi di violenze e terrorismo islamista, e ora anche l’ultima legge sull’intelligenza artificiale, hanno prodotto un vasto malcontento che si estende dalle fasce più popolari ora anche alle élite culturali e, pure, musicali. Nella lunga intervista alla BBC è la leggenda dei Beatles, Paul McCartney, a criticare aspramente Downing Street, responsabili di non creare un sufficiente “argine” all’utilizzo di AI nelle creazioni artistiche. Il “baronetto” non è contrario all’uso dell’intelligenza artificiale ma teme la deregulation sostanziale e su questo attacca Starmer: «Noi siamo il popolo, tu il governo e devi tutelarci, è il tuo lavoro». L’accusa, come da altre parti in Inghilterra contro il Governo laburista – e v’è traccia nei sondaggi UK a picco per il Labour – è che Starmer voglia rendere la Gran Bretagna un nuovo “leader mondiale” su ricerca e business, tradendo però il mandato dei cittadini e le tradizioni degli inglesi.