Sondaggi Regno Unito: Reform UK in testa al 29%, Labour in calo con i 23%. Farage attrae gli operai, Starmer rilancia su AI e bonus invernali
I numeri più recenti dei sondaggi YouGov raccontano qualcosa che ormai è sotto gli occhi di tutti, cioè che Reform UK è riuscito ad allungare il passo portandosi al 29% nelle intenzioni di voto, mentre i Laburisti guidati da Keir Starmer si fermano al 23%, un dato che ha fatto rumore, anche perché a crescere non è un partito di centro né una nuova forza moderata, ma la formazione guidata da Nigel Farage che spinge forte su toni anti-establishment, messaggi semplificati e una retorica che riesce a fare presa proprio lì dove il Labour aveva da sempre il suo zoccolo duro.
I collegi operai, quelli delle ex città industriali, oggi sembrano orientarsi con sempre più decisione verso chi promette un ritorno alla concretezza e meno politica da palazzo e Farage, anche se ha un passato da trader nella City e un profilo più da imprenditore mediatico che da leader di fabbrica, continua a posizionarsi come voce del popolo e lo fa con una disinvoltura che molti riconoscono; Starmer intanto cerca di mantenere la rotta ma è palese che la sua figura, pur con un background da figlio di operai e anni di esperienza nella giustizia, fatica a colmare il vuoto di fiducia che si è aperto tra il Labour e una parte importante del suo vecchio elettorato.
Il fatto che solo il 17% degli elettori lo identifichi come vicino alla classe operaia, appena due punti sotto Farage, dice molto di quanto oggi conti la percezione più della biografia ed anche se Starmer ha visitato linee di produzione, fabbriche, cantieri e depositi ferroviari, per molti rimane un volto da istituzione, da governo, poco in sintonia con chi vive difficoltà quotidiane; Farage, invece, parla di miniere, di nazionalizzazioni, si presenta come alternativa radicale al sistema e farsi sentire presenti dove conta davvero, in questo momento, determina il vantaggio nei sondaggi, i quali sembrano confermare che questo linguaggio diretto, semplice e spesso brutale funziona.
Sondaggi UK: Starmer prova a cambiare ritmo puntando tutto su AI, innovazione e lavoro del futuro
In un contesto dove i consensi nei sondaggi si stanno spostando, Keir Starmer ha deciso di giocarsi una carta diversa, quella dell’innovazione e della tecnologia e durante la London Tech Week ha presentato una serie di iniziative molto ambiziose, a partire da un investimento di un miliardo di sterline sull’intelligenza artificiale e sull’infrastruttura necessaria per sostenere la sua crescita, accompagnato da un programma nazionale per formare oltre sette milioni di cittadini sulle competenze digitali entro il 2030.
Lo scopo, ha spiegato, è preparare il Paese ai lavori del futuro, rafforzare i servizi pubblici e sbloccare nuove opportunità anche in settori finora rallentati dalla burocrazia e tra le novità c’è anche uno strumento chiamato Extract, un assistente digitale pensato per snellire il sistema di pianificazione urbanistica, un passo in più per avvicinare la pubblica amministrazione alla realtà tecnologica che già corre; tutto questo però, anche se sul piano economico è considerato prova di modernità e visione, rischia di parlare a una parte di elettorato già convinta mentre lascia scoperta quella fascia che oggi chiede risposte più immediate, bollette più basse, salari migliori, sicurezza sul lavoro.
L’impressione è che il messaggio di Starmer sia chiaro nei contenuti ma non arrivi ovunque con la stessa forza, soprattutto nelle periferie, nei piccoli centri, dove il linguaggio della tecnologia viene spesso percepito come lontano, a volte persino come una minaccia più che un’opportunità, e se da una parte si cerca di far capire che AI non significa solo robot ma anche medici virtuali più rapidi, decisioni urbanistiche più efficienti e servizi più umani, dall’altra resta il fatto che molti elettori vogliono prima certezze per l’inverno, per l’affitto, per il lavoro di domani mattina.
Per questo, mentre Starmer parla di innovazione e cambiamento, Farage continua a battere su concetti più viscerali, e i sondaggi cominciano a restituire uno scenario in cui la distanza tra queste due narrazioni si misura non tanto sui contenuti ma sul modo in cui arrivano alle persone.
Sondaggi UK: il governo rivede i pagamenti sul combustibile invernale, Starmer difende la decisione ma scoppia il dibattito politico
Oltre ai sondaggi, il tema del sostegno economico diretto è tornato al centro della scena politica con l’annuncio da parte del governo di una revisione della misura sul pagamento del combustibile invernale, che era stata ridotta nei mesi scorsi ma che ora viene parzialmente reintrodotta grazie, secondo Starmer, a un miglioramento del quadro economico: nove milioni di pensionati con redditi sotto i 35.000 sterline riceveranno il contributo da 300 sterline il prossimo inverno, una misura che il primo ministro difende come responsabile e necessaria, precisando che non è il frutto di pressioni politiche ma una conseguenza diretta della crescita più solida del previsto.
Il governo, infatti, aveva sospeso i pagamenti per oltre 10 milioni di anziani lo scorso anno, mantenendoli solo per i più fragili, e ora prova a rimediare allungando la copertura senza però tornare completamente indietro sulla decisione iniziale, ma la scelta ha comunque scatenato critiche sia dall’opposizione che da alcuni osservatori indipendenti che vedono nella mossa più un tentativo di calmare l’elettorato che una vera strategia strutturale.
Secondo la Resolution Foundation, questa modifica introdurrà maggiore complessità nel sistema di sussidi e potrebbe risultare meno efficace di quanto sembri, anche perché i costi amministrativi rischiano di annullare buona parte del beneficio promesso; allo stesso tempo, Starmer ha precisato che le decisioni più dure prese nei mesi scorsi (compresa questa) sono state necessarie per affrontare un buco da 22 miliardi lasciato in eredità da anni di scelte sbagliate.
Ora che la situazione economica sta migliorando, con crescita, tassi in calo e nuovi accordi commerciali, il governo si dice pronto a restituire risorse dove servono, ma resta da vedere se queste misure saranno percepite come un reale aiuto o solo come un aggiustamento dell’ultimo minuto.