I DEM TOCCANO IL “FONDO” NEI SONDAGGI USA: È CRISI MA NON SOLO SUI LEADER
Se già il 33% espresso dai primi sondaggi Usa nel nuovo anno 2025, dopo l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, sembravano il punto più basso nei consensi per il Partito Democratico americano, i nuovi dati in arrivo oggi 16 marzo (con interviste però fatte tra il 6 e il 9 marzo scorso) ritoccano ancora più al ribasso le stime di un elettorato sempre più alla ricerca di identità. Conclusa in maniera traumatica l’era (e l’amministrazione) Biden-Harris, i Dem hanno bisogno di nuovi leader, nuovi programmi e un piano all’opposizione che al momento rimane in balia degli eventi di uno scatenato nuovo Presidente degli Stati Uniti.
I sondaggi però espressi da SSRS per la CNN mostrano che tutta questa rincorsa verso un cambiamento strutturale del Partito, con ancora Barack Obama e Nancy Pelosi tra i vertici massimi, non pare neanche essere cominciata. Ad oggi infatti solo il 29% dell’elettorato generale americano voterebbe ancora per il Partito Democratico, un minimo storico per i sondaggi CNN che non si attestava così dal 1992, epoca pre-Clinton. Non solo, rispetto al gennaio 2021, quando Biden giurava alla Casa Bianca (e i sostenitori trumpiani assaltavano Capitol Hill), vi è un calo drastico di 20 punti percentuali di consenso. 20 punti in 4 anni: vero che in mezzo è successo praticamente di tutto nel mondo, con forti responsabilità anche dell’amministrazione Dem tra Biden e Harris, ma il tracollo attuale è ancora potenzialmente ampliabile.
COME FARE OPPOSIZIONE A TRUMP: PER ORA IL PARTITO DEMOCRATICO RESTA AL PALO
Il punto chiave analizzato dai sondaggi politici Usa per CNN è che è cambiata radicalmente la “richiesta” che l’elettorato rivolge al Partito Democratico nelle due Presidenze Trump di questi anni: se infatti nel 2017 i medesimi dati di analisi indicavano un 74% di americani convinti che i Dem dovessero collaborare con i Repubblicani per portare le proprie riforme al Congresso (all’epoca diviso a metà con la Camera a maggioranza democratica e il Senato in mano al GOP), il dato è modificato drasticamente.
Oggi “solo” il 42% ritiene che i vari Obama, Schumer, Pelosi, Ocasio Cortez & Co. debbano importare il programma Dem nei prossimi 4 anni, ove possibile, mentre il 57% è fermo nell’indicare al Partito Democratico il dovere di fare opposizione seria all’amministrazione repubblicana: tradotto in parole semplici, i sondaggi sembrano suggerire che l’elettorato americano che non sposa la linea Trump è deluso dai Dem Usa sia perché contanti dai problemi della sinistra, sia perché finora incapaci di contrapporsi in maniera sensata alla Casa Bianca. Il tutto quando proprio in questi giorni 10 senatori democratici, guidati dal leader di minoranza al Senato Chuck Schumer, hanno votato assieme al GOP per evitare lo shutdown del Governo degli Stati Uniti d’America.
L’elettorato non gradisce, vuole un’opposizione dura e pura a Trump, il che aumenta il senso di scontro politico e sociale tra due blocchi appena scontratisi nelle Elezioni Presidenziali di fine 2024. Vi è infine un 52% di elettorato americano generalista che ritiene del tutto sbagliata la direzione presa da un partito in cerca di leadership ma, al momento, anche di contenuto e programma dopo che per anni le donazioni dei grandi network e circoli/lobby democratiche provenivano dall’ala più radicale e pro-woke d’America.
Uno dei motivi che ha spinto gli elettori a votare Trump in massa è proprio questo senso di sopportazione esaurita per un mondo e una legislazione in cui i diritti “civili” prendevano il posto delle istanze, urgenze dei diritti più “sociali”. I sondaggi in tal senso sembrano confermarlo, con il 36% che ad oggi sceglierebbe i Repubblicani e con Donald Trump che non sembra calare nei consensi nonostante i primi due mesi “shock” alla guida del Paese.