Pubblicata la classifica delle località di mare più brutte d’Europa e, purtroppo, c’è anche un’italiana. La città che non ti aspetti ha un posto nella lista nera.
Siamo abituati a pensare al mare come sinonimo di relax, paesaggi da cartolina, sabbia fine e acque cristalline. Soprattutto in Europa, dove le destinazioni balneari attirano milioni di turisti ogni anno, da nord a sud, con promesse di tramonti mozzafiato e villaggi pittoreschi.
Però non sempre tutto quello che luccica è davvero oro. Anzi, a volte le aspettative si scontrano con la realtà in modo brutale, e capita che alcune località famose, o almeno molto frequentate, si rivelino ben lontane dall’idea di paradiso che abbiamo in mente.
Ecco quali sono le località di mare peggiori d’Europa
Il The Telegraph ha deciso di rompere il mito, stilando una classifica piuttosto spietata delle località costiere europee che, per motivi diversi, si sono guadagnate l’etichetta di “più brutte”. Parliamo di luoghi che, tra inquinamento, incuria, degrado urbano o semplicemente scelte architettoniche discutibili, non riescono a offrire quell’esperienza marittima che ci si aspetterebbe da una vacanza in riva al mare.

Tra le altre località, indicate come le peggiori d’Europa, spiccano Kemer in Turchia. La recensione nei suoi confronti è spietata sia per quanto riguarda la qualità delle spiagge e del mare che per quanto concerne le strutture ricettive. In classifica altra località che non ci si aspetterebbe è in Portogallo. Il protogallo, infatti, è una delle mete più ambite sotto tutti i punti di vista. Eppure Albuferia, proprio in Portogallo, riceve la maglia nera come una delle peggiori località di mare del continente.
Altre mesioni, stavolta non d’onore ma bensì di disonore, spettano a località in Grecia, Spagna e Croazia. Rispettivamente con Laganas, La Línea de la Concepción e Ploče. Un vero peccato per luoghi che potrebbero essere stupendi e che, invece, per varie circostanze finiscono per risultare essere i peggiori. Speriamo che chi di dovere riesca a porre rimedio e a far si che non ci sia più una classifica del genere.