In occasione del terzo Forum multistakeholder di Cdp sono stati diffusi gli interessanti risultati di un sondaggio condotto da Doxa
Al primo posto delle preoccupazioni del Paese c’è il cambiamento climatico. Al secondo e al terzo le guerre globali e l’impatto sulla terra di materie non biodegradabili come la plastica. Seguono nell’ordine il rispetto dei diritti umani, l’inquinamento atmosferico, l’inadeguatezza delle infrastrutture sociali, la sporcizia dei mari, la deforestazione e la desertificazione, la scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro, l’uguaglianza di genere e le pari opportunità, l’equità sociale ed etnica.
È uno dei risultati del sondaggio condotto dalla Doxa per conto di Cassa depositi e prestiti presentato in occasione del terzo forum dell’ente rivolto ai suoi principali interlocutori per condividere rotta e sentimenti in una navigazione che si fa sempre più complessa. Al centro dell’attenzione ci sono il rapporto che gli italiani intrattengono con la sostenibilità in tutte le sue declinazioni e l’impatto atteso dalla rivoluzione legata agli usi dell’Intelligenza artificiale.
Che cosa viene in evidenza? In primo luogo, che l’anno appena trascorso non è passato invano. L’approccio che il campione degli intervistati mostra di avere nei confronti delle politiche verdi è molto più maturo che nel recente passato. Messa da parte la foga ideologica dei principianti, oggi prevale un atteggiamento pragmatico che guarda alla praticabilità delle soluzioni proposte e non solo alla loro bellezza estetica. L’azione mette gli abiti della concretezza.
Ed è certamente una buona notizia perché non cambia l’obiettivo – decarbonizzare resta un principio inderogabile -, ma il modo per raggiungerlo. Se davvero si vuole arrivare alla fine del percorso non è possibile ignorare le esigenze di pezzi importanti del consesso nazionale come i settori industriali messi a rischio dalla transizione e l’occupazione che ne deriva. Oggi la sostenibilità fa rima con realtà e alle preoccupazioni ambientali si aggiungono quelle sociali ed economiche che completano il quadro.
La novità è che questo punto di vista accomuna giovani e anziani come se le prove generali del cambiamento avessero fatto presa sull’intera popolazione. Le preoccupazioni dei padri sono discese sui figli e l’intera comunità si è fatta più guardinga di fronte a facili promesse o a comportamenti truffaldini dove l’impegno green è solo di facciata e dunque due volte dannoso. Se si vuole davvero giocare la partita occorre mettere al bando le carte truccate e fare i conti con le potenzialità del sistema abbandonando le facili illusioni.
L’irrompere nella vita di tutti i giorni dell’Intelligenza artificiale solleva non poche perplessità. I giovani dichiarano di avere dimestichezza con lo strumento che cominciano a utilizzare con frequenza. Proprio per questo ne individuano anche le insidie principalmente collegate alle minacce portate al mondo del lavoro che potrebbe vedersi presto spiazzato dalle prestazioni più efficienti e meno costose di macchine che abbiamo addestrato per farci concorrenza. Da qui una cautela che non cancella tuttavia curiosità e volontà di andare avanti.
Meno sviluppata è la conoscenza dei meccanismi che guidano la finanza e la sua versione etica. Nonostante su questo versante sia molto cresciuta l’informazione sia in quantità che in qualità, restano grandi buchi nella rete del sapere e i primi chiedere che siano colmati sono proprio i venti/trentenni chiamati a diventare ceto dirigente. Anche in questo caso la consapevolezza della condizione è un dato da leggere in maniera positiva anche perché accompagnato dalla voglia di riparare.
Le sfide sono tante e bisogna chiedersi se si sia alla loro altezza. Non esistono soluzioni facili a problemi difficili e l’unica strada per essere capaci di affrontare il futuro è prepararsi in modo adeguato. Le parole d’ordine, allora, sono formazione, formazione e formazione. Le nuove generazioni, in particolare, devono assumere la coscienza di questo imperativo. E gli adulti devono renderne possibile l’applicazione in un quadro di semplificazioni teso ad assicurare un campo di confronto praticabile.
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