LA CRISI IMMOBILIARE IN SPAGNA
Per contrastare la crisi abitativa in Spagna, il primo ministro Pedro Sanchez sta pensando di introdurre una tassa sugli immobili fino al 100% per gli acquirenti che non appartengono all’Unione europea. Ma si tratta solo di una delle misure di un’azione di vasta portata a cui sta pensando per l’emergenza abitativa.
“Ci sono troppi Airbnb e mancano gli alloggi“, ha dichiarato Sanchez durante un evento sull’edilizia abitativa a Madrid, durante il quale ha spiegato che una delle sfide dell’Occidente è quella di non diventare una società divisa in due classi, “ricchi proprietari e poveri affittuari“. Ma sta anche pensando a tasse più alte per chi affitta appartamenti per brevi periodi, in modo tale che paghino le tasse come dovrebbero, “come un’azienda“. In Spagna, infatti, è proliferato il fenomeno degli appartamenti turistici.
LO SCOGLIO PARLAMENTARE
Il piano di Sanchez, però, potrebbe arenarsi in Parlamento, come accaduto per il bilancio. Inoltre, il partito di sinistra Sumar, pur avendo accolto con favore le proposte abitative, le ritiene insufficienti. “Vogliamo molto di più“, ha dichiarato il ministro della Cultura Ernest Urtasun e alto funzionario del Sumar, che si aspetta più coraggio dal governo spagnolo.
Scetticismo ha espresso anche un’importante società immobiliare spagnola, Gilmar, che alla CNN ha segnalato che mancano dettagli sulle modalità di attuazione. “Il tipo di proprietà che viene acquistata (in Spagna, ndr) da cittadini extracomunitari è molto diversa dal tipo di abitazioni di cui il Paese ha bisogno per risolvere la crisi. Questa misura è solo apparente e non avrà alcun impatto“.
IL PROTEZIONISMO ABITATIVO DI SANCHEZ
Ma a fare notizia è la possibile tassa per gli acquirenti stranieri, non appartenenti all’Ue, ma tenendo conto delle difficoltà all’orizzonte, un analista ha spiegato al Financial Times che l’obiettivo del governo spagnolo potrebbe essere semplicemente quello di scoraggiare gli investitori immobiliari stranieri creando “incertezza e rumore” con una proposta che comunque ha di fatto scarse possibilità di diventare legge.