Grazie all'AI siamo proiettati verso una massificazione a livello industriale dell'ignoranza e della disinformazione
Asma Mhalla è un’analista specializzata in politica e geopolitica della tecnologia, autrice di “Tecnopolitica”, in cui approfondisce come la tecnologia sta ridisegnando il confini del potere. In un passaggio scrive che “la parola è ciò che permette lo scambio, la discussione, il dibattito, talvolta il dissenso; è il contrario della violenza. La parola è la condizione essenziale della democrazia”. Alka Seltzer pensa che probabilmente tutte le persone con un minimo di capacità critica oggi concordano sul fatto che la manipolazione della parole, delle immagini, dei video è all’ordine del giorno.
Siamo di fronte a un vasto fenomeno di manipolazione della realtà. Fatti, affermazioni, comportamenti verificatisi nel mondo reale sono negati, sminuiti, travisati, reinterpretati ricostruiti a proprio uso e consumo in quello digitale. Trionfano fake news e post verità. Il teatrino digitale della politica è emblematico: insulti, offese, avversari ridicolizzati; chi ieri era per il bianco oggi smentisce candidamente se stesso dichiarandosi per il nero. Dopo il fracasso delle ideologie (ma è proprio così?) eccoci nell’assordante rumore pseudo ideologico.
Di fronte ai comportamenti digitali della classe dirigente anche il timido signor Rossi, tra le mura domestiche, si trasforma in un leone da tastiera. Implacabile nei post, ma incapace di prendere – e difendere – posizioni nette nel mondo reale sulle tante questioni che investono direttamente o indirettamente la sua vita.
Milioni di persone si richiudono in se stesse, perdono il senso del sociale, si appiattiscono su disvalori, pregiudizi, linguaggi stereotipati. Manifestano un’evidente dipendenza verso i luoghi virtuali d’interazione (quante volte al giorno interagiamo con lo smartphone?), preziosi collettori di informazioni e dati personali più o meno sensibili verso gli algoritmi delle Big Tech.
L’ingresso dell’intelligenza artificiale rischia di accelerare ulteriormente questi fenomeni. Siamo proiettati verso una massificazione a livello industriale dell’ignoranza e della disinformazione, dovuto all’accesso a conoscenze prestabilite (chiediamoci da chi e sulla base di quale visione del mondo). La sensazione è che il pensiero si richiuda invece di espandersi. E quindi non sia in grado di arginare il regresso della società cui tutti stiamo assistendo.
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