L'AGCOM ha approvato una delibera per limitare il fenomeno dello spoofing: il nuovo filtro per bloccare le telefonate truffa da parte di falsi operatori
Si è concluso un lungo tavolo tecnico avviato negli scorsi mesi dall’AGCOM – ovvero l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – che mirava a trovare reali soluzioni al cosiddetto spoofing, all’origine di centinaia e centinaia di truffe telefoniche ai danni dei consumatori italiani da parte di call center spesso (ma non sempre) collocati all’estero: i lavori si sono conclusi proprio in questi giorni e hanno portato alla pubblicazione della delibera 106/25/CONS – alla quale torneremo tra poche righe – che va a sostituire quella precedente del 2016, imponendo alle compagnie telefoniche italiane di adottare un vero e proprio filtro per arginare il fenomeno dello spoofing.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene soffermarci un attimo sul concetto di spoofing per capire nel dettaglio di cosa si tratti e come funzioni: nell’effettivo è una tecnica utilizzata esclusivamente dai malintenzionati che permette di mascherare il proprio numero di telefono in modo che appaia coerente con quelli di un altro Stato (si pensi all’Italia, associata al prefisso +39 e con numeri composti tendenzialmente da una decina di cifre); mentre nei casi più eclatanti si riesce a mascherarlo in modo che appaia identico a quello di un soggetto preciso (spesso banche, operatori telefonici, forze dell’ordine o fornitori energetici) che ovviamente non c’entra nulla con la telefonata truffaldina.
Come funziona il filtro anti-spoofing: la nuova direttiva dell’AGCOM che argina le truffe telefoniche
Il problema dello spoofing, insomma, si potrebbe riassumere con quell’enorme mole di telefonate truffa che più o meno tutti quotidianamente riceviamo e che promettono lavori inesistenti dopo aver ricevuto delle candidature mai presentate, che ci chiedono di modificare le nostre credenziali bancarie o ci offrono un contratto energetico vantaggioso: l’idea dell’AGCOM è proprio quella di arginare questo fenomeno, puntando innanzitutto i riflettori sui call center che chiamano dall’estero simulando il loro numero di telefono come se fosse italiano.
L’idea alla base della delibera anti-spoofing dell’Agenzia è quella di obbligare tutti gli operatori telefonici italiani a installare un filtro contro le chiamate estere: alla ricezione di una telefonata dall’estero, il filtro verifica che il numero del chiamante sia effettivamente esistente (quelli oggetto di spoofing sono quasi sempre finti, impossibili da raggiungere se provate a richiamarli), che si trovi in roaming in un altro Stato in quel momento e che – se di natura commerciale – rispetti tutte le denominazioni necessarie a identificarlo; bloccando la telefonata nel caso in cui non rispetti una (o più) di queste casistiche.