Lo spread tra Italia e Francia è incredibilmente sempre più vicino (non accadeva da 20 anni).
La differenza di Spread tra Italia e Francia sta mostrando dei segnali anomali. Anche se da giugno 2023 ad oggi sono trascorsi soltanto poco più di 2 anni, dagli ultimi dati evinti sembrerebbe esser passato un secolo.
La nazione francese rispetto al nostro Bel Paese sembrava quasi impossibile da raggiungere, mentre oggi quelle distanze si sono accorciate in un batter d’occhio, raggiungendo un record mai ottenuto fino ad oggi: siamo sotto di soltanto 10 punti base.
Lo spread di Italia e Francia è di poco conto

Lo spread indica l’indice di affidabilità di un Governo, e tra Italia e Francia le distanze sono divenute quasi nulle, dato che dopo 20 anni i punti percentuali sono soltanto 10 e a volte perfino 9 in meno (anche se il debito pubblico cresce).
L’ultima volta la differenza era glaciale, tanto che gli esperti supponevano che le due nazioni non potessero essere mai così vicine come oggi. Ai tempi si parlava ancora di crisi di Governi e la “vecchia” e grandissima crisi finanziaria.
I dati che hanno stupito coloro che non ci avrebbero scommesso un euro riguardo i tassi d’interesse dei rispettivi titoli di Stato: i BTP italiani hanno raggiunto il 3,55% e quelli francesi appena il 3,45%.
Ma secondo il leader di Commerzbank nel medio periodo i rendimenti tra Francia e Italia potrebbero perfino azzerarsi, e questo grazie alle mosse attuate e applicate ai Buoni del tesoro poliennale con durata di 10 anni.
L’indebolimento francese
Al di là del miglioramento dei BTP italiani, secondo gli esperti a garantire questo avvicinamento dello spread sarebbe stato principalmente l’indebolimento dei mercati francesi, e a supporlo ci sono i dati evinti dall’azienda di trading Moody’s.
Verosimilmente – e a differenza di quanti molti possano pensare – la politica italiana gode di un’ottima stabilità, quanto meno superiore a quella francese, che invece soffre di una grave instabilità tanto da aver arrecato forti incertezze.
Ecco spiegato il motivo perché anche a fronte di un PIL e debito italiano molto più alto della Francia, si colloca comunque in modo “migliore” in termini di spread.
