Moody's ha fatto un favore alla Casa Bianca e per gli Usa diventa possibile un mega-Qe con cui salvare il 2025
Questo è uno dei due, tre articoli nella vita professionale di chi fa il mio mestiere che non necessiterebbe nemmeno di parole. Totalmente superflue.
E non tanto perché rischierebbero di tramutarsi in uno tsunami concentrato di concetti già espressi per interi trimestri. Bensì perché siamo al redde rationem.
Guardate questa immagine, godetevi questo strappo. Alla luce di quanto vi ho assillato con la questione giapponese, prima per il Qe perenne, poi per il controllo sulla curva dei rendimenti, poi per l’helicopter money e infine per il cambio dollaro/yen e il rischio legato a un secondo, devastante smobilizzo del carry trade dopo quello dello scorso 5 agosto, servono altri miei commenti?
Signori, interrogato sulla possibilità di un taglio delle tasse, il primo ministro giapponese ha risposto che questo è impossibile. Poiché la condizione finanziaria del Paese è worse than Greece. Peggio della Grecia. Ha usato esattamente questa espressione. Testuale. Il vaso di Pandora è scoperchiato. Il ridicolo downgrade del rating creditizio degli Usa operato da Moody’s ha colpito nel segno.
Vi invito a dare un’occhiata a quest’altra immagine, la quale mostra l’andamento dei rendimenti obbligazionari decennali dei principali Paesi alle 11:30 di ieri mattina. Quanto pensate che reggano i bilanci una situazione simile? Quali livelli di VaR potevano essere settati su un tale disastro, chi si immaginava che si arrivasse al Treasury a 30 anni Usa che torna sopra a un insostenibile 5% in un battito di ciglia, nonostante la vulgata generale fosse quella di una problematica legata unicamente alla questione di dazi e tariffe? Come mai allora sta letteralmente esplodendo il debito di mezzo mondo?
E attenzione, alla luce del rendimento che vedete, dopo Moody’s e la clamorosa ammissione di impotenza e fine dei calcioni al barattolo del premier nipponico, oggi la Rba australiana potrebbe offrire al mercato un altro kicker, in caso fosse così pazza da tagliare i tassi, invece di alzarli di almeno 50 punti base. Quando vi dicevo che chi chiede a pappagallo Banche centrali che continuino ad abbassare il costo del denaro era un irresponsabile o un ignorante, mi sbagliavo? Ecco dove siamo.
Se incontrate qualche genio dell’economia della scuola in base alla quale il debito pubblico non esiste, perché si sterilizza stampando e che porta l’autarchia delle finanze pubbliche giapponesi come ricetta per ogni spread, fategli leggere questo articolo. E fategli vedere quelle immagini. Pensavate che Moody’s avesse emesso una sentenza politica, visto che lo stock di debito Usa è andato in spirale insostenibile durante gli anni della Bidenomics ma, casualmente, il downgrade è arrivato sotto Trump? Moody’s ha fatto un favore alla Casa Bianca. E al Tesoro. E quindi, a Wall Street. Alla fine, in fondo in fondo, persino un po’ all’America di Main Street.
Le briciole del futuro Qe cadranno dal tavolo. Anche stavolta. Ma, a occhio e croce, meno copiose di quelle dei programmi pandemici che avevano gonfiato i conti correnti e tramutato Mr. Smith in Bud Fox sulle piattaforme retail. Volete un grafico a cui tutto ruota attorno, un’immagine da stampare a attaccare sul frigorifero con il simbolico post-it a futura memoria?
Eccolo: l’America intesa come Sistema deve scollinare il 2025. Unica priorità. E attenzione, totalmente bipartisan. Ci sono 7 trilioni di debito su cui fare roll-over entro fine anno. Che diventano 9 nei prossimi 12 mesi. Poi, si potrà respirare.
Ma attenzione, rifinanziare ciò che si era emesso in modalità Qe al 2% ai tassi attuali equivale a portare i libri in tribunale. La famosa insostenibilità citata da Moody’s. Occorre schiacciarli. E siccome nonostante tutte le Banche centrali occidentali (più quella giapponese, ovviamente) stiano tagliando i tassi a ripetizione, ma ottenendo solo un effetto placebo di brevissimo periodo sui rendimenti, quale può essere l’opzione se non quella nucleare? Ovvero, acquisti con il badile. Ma un badile mai visto.
Perché stavolta, a differenza del passato, la logica dell’alibi emergenziale e del tempo determinato può essere non solo utilizzata ma anche rispettata. Ovvero, Fed e Tesoro possono mettere in campo una Santa Barbara espansionista e giurare su tutti i propri congiunti fino al terzo grado di parentela che questa terminerà il 31 dicembre. Magari anche il 30 novembre. Perché l’importante è scollinare il 2025. L’importante è rispedire in fretta e ampiamente sotto il 4% il decennale. Per non parlare del Treasury a 30 anni.
Tutto ciò che accadrà, dalle pantomime in stile dazi a ogni eventuale mossa che veda, ad esempio, generare un squeeze sull’euro/dollaro per rimpatriare biglietti verdi, sarà da mettere in relazione unicamente a questa priorità. Conta solo quel grafico. Contano solo i prossimi 6 mesi.
Il problema? Stavolta i mercati hanno recuperato ancora più velocemente che dopo il Covid, tanto che il Nasdaq è passato da oversold e overbought in meno di un mese, arco temporale nel quale il Vix è sceso da oltre 40 a sotto il 20. E tutto senza il diluvio di stimmy money che la Fed e il Tesoro misero in campo nel 2020-2021. Ma avendo giocato l’asso pigliatutto politico della guerra commerciale. Ora tocca alla tipografia Lo Turco. Ma si parte molto, molto avanti con l’handicap. Una partita a golf di quelle che rischiano di farti sprofondare nel bunker. E restarci.
hi vi dice che va tutto bene, perché Cina e Usa hanno trovato l’accordo o perché Wall Street è ripartita a tempo di record, vi sta soltanto mentendo. Quanto per ignoranza o convenienza, non si sa. A chi invece continua a dire che il debito non esiste o si sterilizza, stampando, andrebbe sospesa l’agibilità politico/intellettuale fino a nuovo ordine. Perché sta giocando a palla avvelenata con una bomba a mano senza spoletta. La ragione? Stante l’ineluttabilità di un nuovo ciclo ultra-espansivo, dove pensate che volerà l’inflazione? Esatto, in direzione orbitalmente contraria a quella del vostro potere d’acquisto.
Pensate che il Governo abbia risorse sufficienti per nuovi sostegni? O che possa fare nuovo deficit senza offrire qualcosa in cambio?
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