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Home » Economia e Finanza » Borsa e Spread » SPY FINANZA/ Il nuovo rischio che arriva dal mondo crypto

  • Borsa e Spread
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SPY FINANZA/ Il nuovo rischio che arriva dal mondo crypto

Mauro Bottarelli
Pubblicato 10 Giugno 2025
Ansa

Ansa

Occorre guardare con attenzione a quello che accade al prezzo dell'argento e alle decisioni relative a Bitcoin e criptovalute

L’ultima volta che l’argento superò 36 dollari l’oncia era il 2011. Nelle 6 settimane successive arrivò a 50 dollari l’oncia. Il 2011 è stata l’anno in cui l’Eurozona stava per saltare in aria. Poi arrivò il Whatever it takes, la versione trendy della tipografia Lo Turco. Da allora, gli acronimi si sono sprecati. Unico però il filo conduttore: manipolare il mercato. Rendere vendibile e cartolarizzabile persino l’aria, spacciandola per collaterale rarissimo e pregiatissimo.


Bitcoin crolla con i dazi Usa: in fumo guadagni dalla vittoria di Trump/ Forti vendite delle criptovalute


Ebbene, capirete da soli che quanto riportato nell’articolo pubblicato l’altro giorno da Bloomberg segna un varco del Rubicone di quelli notevoli. Eppure, esattamente come l’ennesimo rinvio del capitolo dedicato alla standardizzazione del trading contenuto in Basilea III deciso in fretta e furia dall’Ue con la scusa della deregulation trumpiana, nessuno sembra aver colto il senso dell’accaduto. Se permettete, ci pensa il sottoscritto.


RIALZO DELL'ORO/ Le "novità" che spingono il prezzo e le ragioni per averlo in portafoglio


Nel caso di JP Morgan, l’accaduto risiede nel fatto che dal 4 giugno scorso Bitcoin venga di fatto gestita e classificata come safe collateral. Avete idea di cosa significhi? Avete idea della price action di Bitcoin, stabile quanto l’elettrocardiogramma di un cardiopatico sotto cocaina? Avete colto, soprattutto, lo strano interesse non solo di soggetti istituzionali per aumenti di capitale finalizzati all’acquisto di criptovalute (la tanto vituperata Gamestop pare aver fatto scuola, in tal senso) ma anche l’attivismo in tal senso che impazza nei dintorni della Casa Bianca?


Pizze pagate 10.000 Bitcoin nel 2010, oggi valgono un mld di dollari/ L'errore più grande di sempre?


Certo, la formula utilizzata da JP Morgan è volutamente e furbescamente di quelle che dissimula: si accettano ETF come iShares Bitcoin Trust di BlackRock (ma guarda che caso, tra l’altro) come collaterale per finanziamento. Un qualcosa che appare limitato. Ma non lo è. Trattasi della linea Maginot di un nuovo mondo che, preso atto dell’ormai terminale, ultima fase del monetarismo fiat, oggi guarda altrove. D’altronde, se i regolatori svizzeri hanno imposto a Ubs un aumento da 26 miliardi di dollari degli accantonamenti prudenziali per evitare un nuovo Credit Suisse ma il mercato non ha fatto un plissé, ci sarà un motivo, no?

E il motivo è che quel rischio è talmente sentito e stringente da garantire a Ubs tra gli 8 e i 9 anni per mettersi a posto con le richieste giunte dalla Commissione governativa! Una colossale farsa a uso e consumo politico, tanto per ammansire i contribuenti elvetici, i veri cavalieri bianchi di Credit Suisse.

Ma chi si è reso conto, chi sabato mattina – ad esempio – aveva come unico faro di segnalazione d’allarme il taglio da 50 punti base compiuto dalla Banca centrale indiana (sintomo che gli Usa hanno telegrafato chiaramente la necessità di contemperare in fretta il populismo delle normative anti-opzioni, stante l’esposizione degli hedge funds a quel casinò conosciuto come NIFTY 50), sa che JP Morgan non segue e non anticipa il mercato. JP Morgan fa il mercato. Chiedere alla crisi repo del 2019 per referenze.

E l’argento sopra 36 dollari conferma come, silenziosamente, stavolta potremmo davvero essere a un punto di svolta. O alla fase operativa di un reset tutt’altro che complottista. Con al centro le crypto. Un reset sacrificale.

E a confermarlo ci ha pensato in tempo reale questo. Ciò che vedete è un glitch. Si spera, almeno. Perché l’alternativa è un flash crash. E questo configurerebbe una situazione vagamente meno gestibile già sul breve termine.

A oggi, comunque, nessuna spiegazione ufficiale. Ma è accaduto. Sul MEXC. Quindi non esattamente sull’ultima piattaforma crypto inventata da un hacker uzbeko in una notte insonne. E quella che vedete, vittima appunto di un glitch (si spera), è la valutazione proprio di Bitcoin. Andata a zero. In un secondo. E se fosse stata una cosiddetta liquidation cascade, invece? Una chiusura di posizioni così repentina e violenta che, stante i volumi, è stata in grado di generare appunto quel glitch? O quel crash?

Bene, se davvero Bitcoin divenisse safe collateral a tutti gli effetti, seguendo l’esempio di JP Morgan e ampliandolo e rendendolo sistemico, stante l’interesse montante da parte di soggetti istituzionali alla criptovaluta, cosa accadrebbe a tutti quei trades che appunto si reggono come collaterale a garanzia su un asset il cui valore, di colpo, va a zero su una delle piattaforme di negoziazione più diffuse? Margin calls come se piovesse. Moltiplicate e amplificate per quanto? E quanti trades?

Vuoi dire che il paper market relativo a Bitcoin, così come per oro e petrolio, sia già oggi realtà e non più futuro, quantomeno negli uffici all’ultimo piano di JP Morgan? E che, in tal senso, chi di dovere stia quindi settando e testando le reazioni a stress di sistema?

Date un’occhiata a questo altro grafico: mostra il crypto-space o Web3 Space. E fa con e senza le 10 reginette del ballo della blockchain, da Bitcoin a Ethereum e via di token e mining.

Insomma, la realtà al di fuori di Bitcoin, Ethereum e soci è nulla più che briciole di pane del Qe globale che cascano dal tavolo del monetarismo fiat agli ultimi spasmi e cercano una ragion d’essere. Il vero crypto-market è quella linea desolatamente virante verso zero. Tutto il resto, ciò che fa volume e soprattutto garantisce una narrativa che sconfina nella mitologia, è destinato a diventare soltanto l’ennesimo giocattolino di Wall Street.

JP Morgan sta inviandoci lo spoiler di questo, forse? Meglio rifletterci su. Prima che tutto questo diventi realtà. E ci sommerga come uno tsunami.

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