Le notizie sulla vita dei Santi Cosma e Damiano sono scarse e le poche pervenute sino ai giorni nostri sono legate a quelle presenti nel Martirologio e nei Sinossari. Il biografo più autorevole della vita dei due santi è certamente Teodoreto, vescovo di Ciro dal 440 al 458. Cosmo e Damiano sono due fratelli nati presumibilmente attorno al III, in Arabia. Crebbero solo con la madre Teodote perché il padre morì a causa delle persecuzioni dei cristiani avvenute in Cilicia. Ben presto i due fratelli si dedicarono agli studi in medicina in Siria, grazie ai quali poterono esercitare la professione medica a Cirio e ad Egea, con spirito cristiano cioè senza farsi pagare un soldo: per questo furono chiamati anargiri cioè senza denaro o senza argento. Si narra che una certa Palladia offrì loro tre uova come ringraziamento delle cure ricevute: ma essi rifiutarono e solo per accontentarla San Damiano accettò la ricompensa, sopportando i successivi rimproveri del fratello. Cosmo e Damiano furono presto noti a tutti per la loro benevolenza e generosità. Essi non solo si prodigavano a curare i corpi, ma anche le anime dei bisognosi attraverso la parola di Dio: grazie alla loro opera molti pagani si convertirono al cristianesimo. La conseguenza di queste conversioni fu l’emanzione dell’editto del 23 febbraio del 303 che prevedeva il loro arresto sia per turbamento della quiete pubblica che per la professione del cristianesimo. I medici furono portati al cospetto di Lisia, prefetto romano di Cilia.
Secondo la tradizione cristiana subirono cinque martiri affinché abiurassero la fede cristiana, ma loro rimasero fedeli fino all’ultimo istante al Signore pronunciando la frase “Adoriamo il solo vero Dio e seguiamo il nostro unico maestro, il Cristo Gesù”. Cosmo e Damiano furono gettati in mare con mani e piedi legati, ma miracolosamente i lacci si sciolsero e riaffiorarono dalle acque: si racconta che giunsero tra i fedeli acclamanti danzando. Il prefetto romano allora ordinò di bruciarli in una fornace, ma le fiamme non arsero i loro corpi santi. Seguirono la lapidazione e la flagellazione, fino alla decapitazione nel 303 che pose fine alle loro vite. Probabilmente il martirio avvenne a Ciro, a due passi da Antiochia di Siria: qui infatti è nata la prima chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano.
SANTI COSMA E DAMIANO, FESTEGGIATI IN TANTISSIMI COMUNI
In Italia i Santi Cosma e Damiano sono festeggiati in numerosi comuni quali: Riace, alla cui festa partecipano le allegre comunità sinti e rom della regione; Sferracavallo, borgo marinaro di Palermo dove la statua dei santi viene portata in processione dai marinai scalzi sulle note della fanfara; a Bitonto, dove sorge la seconda chiesa più importante dedicata ai Santi Medici dopo quella di Roma. Una delle città di cui sono patroni i Santi Cosma e Damiano è Alberobello, dove le celebrazioni liturgiche sono accompagnate anche da un caratteristico mercato del bestiame. Alberobello è un borgo pugliese che sorge nel cuore della bella Valle d’Itria: qui le distese di ulivi sono punteggiate da trulli. I trulli sono costruzioni realizzate in pietra locale, con il corpo bianco e i grigi tetti a punta realizzati con un ingegnoso sistema di incastro di pietre: non stupisce che Alberobello sia stata dichiarata Patrimonio dell’UNESCO.
Il Rione Monti è la zona più antica di Alberobello, con il maggior numero di trulli quali quelli Siamesi che, pur avendo ingressi separati, sono uniti con un tetto unico. In questo rione sorge la Chiesa di Sant’Antonio, facilmente riconoscibile essendo un maestoso trullo. L’altra zona simbolo di Alberobello è Aia Piccola, che nel periodo natalizio si trasforma in un suggestivo presepe vivente. Qui sorgono il settecentesco Trullo Sovrano, sede del Museo del Territorio e unico esemplare a due piani, e Casa Pezzolla, cioè un complesso di quindici trulli tra loro comunicanti e risalente al 1797. Il 26 settembre sono festeggiati fra gli altri anche i Santi Vigilio di Brescia, Nilo da Rossano, Teresa Couderc, Paolo VI, Greca, Gedeone, Giustino, Eusebio di Bologna, Cipriano, Giustina e Tectisto, Cristoforo della Guardia ed i beati Adolfo Martínez Sáez, Andrés Casinello Barroeta, Crescenza Valls Espi, Andrea da San Giminiano , Bonaventura da Puzol, Gaspare Stanggassinger, Gaspare Stanggassinger, Ginés Céspedes Gerez, Leone Maria da Alacuas e Maria del Olvido Noguera Albelda.