Una legge americana mette a rischio il segreto confessionale che ogni sacerdote è tenuto a rispettare. Il caso è scoppiato nello Stato di Washington, dove una nuova legge impone al clero di rompere il segreto quando vengono scoperti abusi su minori. Il problema è che ogni prete che viola questo segreto viene automaticamente scomunicato, quindi è scoppiata negli ultimi giorni un’accesa battaglia tra lo Stato in questione, la Chiesa cattolica romana e il Dipartimento di Giustizia Usa.
Infatti, per l’arcivescovo Paul D. Etienne di Seattle ritiene che questa legge sia “una chiara intrusione nella pratica della nostra fede cattolica“, quindi ritiene che lo Stato di Washington si stia “intromettendo nella pratica religiosa“. Il Dipartimento di Giustizia Usa è d’accordo, infatti ha annunciato l’apertura di un’indagine sui diritti civili in merito alla legge, che ha definito “anticattolica“. Questa indagine si concentrerà sull'”apparente conflitto” della legge con la libertà religiosa sancita dal Primo Emendamento.
SEGRETO CONFESSIONALE A RISCHIO IN USA?
In gran parte degli Stati americani, il clero è considerato soggetto a segnalazione obbligatoria, quindi sono legalmente obbligati a segnalare alle autorità se sospettano che un minore sia vittima di abusi.
Ma nella maggior parte degli Stati, come riportato dal New York Times, si riservano protezioni al rapporto tra clero e fedele; questa eccezione ad esempio non esiste in Stati come New Hampshire e West Virginia, mentre in Tennessee è negato solo in caso di abusi sessuali su minori.
D’altra parte, non è chiaro se in quegli Stati siano stati perseguiti o sanzionati sacerdoti per non aver denunciato abusi di cui erano venuti a conoscenza durante una confessione.
LA POSIZIONE DELLA CHIESA
Un progetto di legge simile è stato sostenuto in California, ma poi ritirato nel 2019 in seguito alle reazione negative che aveva scatenato, anche perché difficile da applicare. Il Vaticano pubblicò un documento sottolineando come la segretezza della confessione sia un “requisito intrinseco” del sacramento.
“Lo scopo della confessione non è la raccolta di informazioni. È riconciliare il peccatore con Dio affinché riceva la misericordia di Dio“, dichiara ora il vescovo Thomas Daly di Spokane, secondo cui “c’è un certo tipo di anticattolicesimo nella parte occidentale dello stato“. In una dichiarazione per i cattolici della sua diocesi, Daly li ha rassicurati sul fatto che vescovi e sacerdoti “si impegnano a mantenere il segreto confessionale, anche al punto di andare in prigione“. Secondo il reverendo Bryan Pham, sacerdote gesuita che è sia avvocato che canonista, ha affermato che la legge mette i sacerdoti in una “situazione impossibile” perché rischiano il carcere o la scomunica.