“Non posso e non voglio dire di non essere mai stato comunista”: diretto e perentorio Stefano Bonaccini nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Il governatore dell’Emilia-Romagna è il frontrunner delle primarie del Partito Democratico e ha rivelato di essere stato un comunista emiliano: “Non ho nulla di cui vergognarmi; anzi, ne sono orgoglioso”.
Recentemente Stefano Bonaccini si è fatto fotografare sotto la storica bandiera rossa, ma non ha nascosto che il comunismo sia stato una tragedia: “La nostra parte ne era consapevole da decenni. Quando Occhetto disse che dovevamo cambiare nome e simbolo, pensai: finalmente. E convinsi i miei genitori: anche loro consapevoli della necessità di cambiare, ma con qualche magone in più”. Il comunismo sovietico ha distrutto la libertà, ma non solo: “I comunisti italiani hanno contribuito a liberare il Paese. E a fare dell’Emilia una Regione tra le più ricche d’Europa, mentre nel ’46 era tra le più povere d’Italia”.
Stefano Bonaccini: “Meloni non è fascista”
Nel corso della sua intervista, Stefano Bonaccini ha smentito il presunto pericolo del ritorno del fascismo, ribadendo che il premier Giorgia Meloni non è fascista: “Semmai il pericolo è un sovranismo amico di Paesi che hanno torsioni autoritarie, come l’Ungheria. E l’assalto a Capitol Hill, come quello di Brasilia, è stato tecnicamente fascista. Purtroppo la destra italiana ha avuto simpatia per Trump e Bolsonaro”. Il governatore dell’Emilia-Romagna ha speso parole d’elogio nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, una politica che ha fatto la gavetta: “Per lei è stata particolarmente dura, perché è una donna, e la politica italiana è molto maschilista. Se vincerò le primarie, le chiederò un incontro”. Sempre un’avversaria ma mai una nemica, cosa dirà Bonaccini alla Meloni, mentre su Elly Schlein? “L’amicizia e l’affetto non verranno mai meno. Se toccherà a me, la coinvolgerò nella segreteria. Se toccherà a lei, mi metterò a sua disposizione”.