Stellantis ha deciso di investire negli USA e lo fa registrando un record: 17 miliardi di euro. Perché l'Europa non rientra più nei suoi canoni?
Dopo le criticità di Stellantis in Italia, il colosso dell’industria automobilistica proverà ad investire negli Stati Uniti d’America. Lo farà con un totale di 13 miliardi di euro e un incremento della produzione complessiva di circa 50%.
Secondo la Uilm il problema sarebbe legato a delle mosse sbagliate dall’Europa, che provocherebbe disagi in tutto il mercato automobilistico. A sostenerlo sono i segretari dell’Unione Italiana dei Lavoratori Metalmeccanici con una tesi specifica.
Perché Stellantis sta investendo negli USA?
Stellantis ha manifestato grande sfiducia nei confronti dell’Europa, e le sue strategie per salvare gli stabilimenti italiani non sembrano aver dato i risultati sperati. Di conseguenza, la società ha deciso focalizzarsi sugli investimenti negli Stati Uniti.
I 13 miliardi di euro messi in campo rappresentano la capitalizzazione più alta della storia del colosso. Le speranze in futuro prevedono l’assunzione di circa 5.000 lavoratori nei siti produttivi di Indiana, Ohio, Michigan e Illinois.
L’aumento della produzione e il rispetto dei piani industriali di Stellantis potrebbero favorire l’introduzione di un nuovo motore a quattro cilindri e di circa 19 nuovi modelli all’interno della gamma.
Secondo i segretari Uilm, Gianluca Ficco e Rocco Palombella, la responsabilità di questa scelta ricadrebbe sull’Europa e sui pasticci legati alla transizione elettrica.
La filiera automobilistica italiana, che da sempre ha registrato grandi successi, oggi sembra più spinta alla chiusura che orientata a rilanciare il mercato interno.
Il messaggio a Stellantis e all’Europa
Anche il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, ha ribadito le posizioni dei segretari Uilm, invitando Stellantis ad investire in Europa con la stessa forza mostrata negli Stati Uniti, così da sostenere e rilanciare gli stabilimenti italiani.
La holding olandese deve molto all’Italia, e non sarebbe giusto che per colpa di scelte europee discutibili le fabbriche nazionali ne subissero le conseguenze.
Infine, Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha chiesto: “per quale motivo Stellantis punta all’America e non in Europa?“.
Orsini crede che non c’è niente di cui dubitare: gli Stati Uniti risultano più attrattivi da un punto di vista fiscale ed economico, anche per via del costo energetico notevolmente più basso rispetto a quello italiano.
È quindi giunto il momento che l’Europa inizi a reagire, altrimenti rischia di perdere un pezzo essenziale, quello dell’industria automotive.
