Non è disinformazione: è solo superficialità. Avete letto che Stellantis produrrà un milione di auto in Italia, di fatto raddoppiando i numeri del 2022 e interrompendo un’emorragia che prosegue ininterrotta da anni? Bene, non è vero. Questo è l’obiettivo, un numero per far fare alle redazioni dei giornali e tv un bel titolo a effetto, stabilito dopo un incontro di Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, con il ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Cosa fare per raggiungerlo lo spiega bene il fatto che hanno deciso di riunire un tavolo tecnico ministero/azienda che dovrà trovare le soluzioni. Strano, cosa c’entrano i burocrati con i piani industriali di una multinazionale? Niente. E, infatti, non si parlerà di produzione, ma di do ut des. E cosa vuole Stellantis lo dice chiaramente il comunicato stampa del Gruppo… dimenticato dalla maggior parte dei giornali.
«Stellantis» spiega la nota stampa che ha definito “molto produttivo” (in che senso?) il tête-à-tête con il ministro «ritiene che questo primo incontro abbia mostrato la necessità di un dialogo continuo e proficuo con tutti gli stakeholder per costruire insieme un progetto globale per l’Italia che tenga conto di diversi fattori come le previsioni di mercato, l’accessibilità economica delle auto per i clienti italiani, l’impatto di normative come l’Euro 7 sulla Fiat Panda, gli incentivi per mantenere la competitività italiana come il costo dell’approvvigionamento energetico e il costo di trasformazione».
Traduciamo liberamente: Stellantis gradirebbe, nell’ordine, significativi incentivi all’acquisto, una “mano” politica in Europa per allontanare lo spettro dell’Euro 7 e uno sconto sui costi italiani dell’energia. Un virgolettato attribuito allo stesso Tavares conferma tutto: l’obiettivo è lì, ma la strada per raggiungerlo la deve costruire il Governo italiano. «Sono fiducioso» ha fatto scrivere e approvato il numero uno di Stellantis «che, insieme ad Adolfo Urso, creeremo le condizioni per invertire innanzitutto la tendenza al calo dei volumi di produzione nei due anni a venire e poi costruire insieme la roadmap per produrre un milione di veicoli in Italia. Per raggiungere questa ambizione comune, dobbiamo creare uno spirito di squadra vincente per sostenere la transizione energetica e mantenere la libertà di circolazione dei cittadini italiani, coinvolgendo tutti gli stakeholder italiani e concentrando le energie sulle soluzioni e non sui dogmi. L’impatto della normativa euro7 sulla Panda deve essere affrontato e il supporto alle vendite di BEV deve essere considerato per sostenere l’attività dei nostri siti produttivi italiani. Il mercato sta guidando l’attività produttiva e sono certo che Adolfo Urso darà un contributo decisivo al successo dell’industria automobilistica italiana nella competizione globale, affrontando nuovi attori come i cinesi».
Hanno parlato anche di possibili dazi sull’importazione in Europa delle temutissime auto elettriche cinesi? Naturalmente, non ne abbiamo idea, ma può esser visto che il comunicato di Stellantis prosegue definendo il «contesto molto impegnativo dell’elettrificazione e della concorrenza cinese in Europa».
Tavares, solo un paio di giorni prima di incontrare il ministro del made in Italy Urso era stato chiaro: Stellantis dialoga con tutti (Stati Uniti, Italia e soprattutto in Francia dove Bruno Le Maire, ministro dell’Economia, aveva chiesto di aumentare il numero di auto sfornate dagli stabilimenti transalpini), ma quando si tratta di produzione, il Gruppo deve fare delle precise scelte per non compromettere il futuro dell’azienda. Stellantis, insomma, produce dove conviene di più.
Come dargli torto? Ma la convenienza, fortunatamente perl’Italia dove i soldi pubblici per sostenere l’automotive scarseggiano, può essere anche politica. E su un appoggio del genere non crediamo ci saranno problemi.
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