Contro le disuguaglianze che esplodono servono leggi più forti. A suggerirlo è Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia che nei giorni scorsi ha partecipato ad un colloquio con Leonardo Becchetti al Festival nazionale dell’Economia civile. In primis, ha bocciato l’azione sui tassi di interesse, perché non ritiene che l’aumento portato avanti dalla Federal Reserve sia la soluzione giusta. “Era giusto normalizzare i tassi, il livello zero che ci portavamo dietro dal 2008 non era il livello corretto, ma la Fed è andata molto oltre“. Peraltro, l’inflazione con cui siamo alle prese non è dovuta ad un eccesso di domanda, quindi era legata ad una serie di altri problemi, “contro i quali maggiori investimenti avrebbero aiutato“. Dunque, aumentare i tassi “era controproducente“.
Come riportato dall’Avvenire, Stiglitz nel suo intervento ha messo in evidenza anche un altro aspetto. “La Federal Reserve non ha prestato attenzione alle conseguenze sugli altri, alla disuguaglianza nei Paesi in via di sviluppo e ai Paesi altamente indebitati: temo che molti Paesi del mondo si troveranno ora ad affrontare una crisi del debito. Sarà terribile“. Ma problemi ne ha creati anche per gli Usa. “Perché è preda dei mercati finanziari, ha smantellato le regole che aveva introdotto dopo la crisi del 2008“. Lo dimostra anche la crisi della Silicon Valley Bank perché, anche se fortunatamente non ha causato una crisi finanziaria più estesa, “ci ha mostrato che nell’alzare i tassi la Fed non ha pensato nemmeno alle conseguenze negli Stati Uniti“.
IL GRANDE PROBLEMA DELLE DISUGUAGLIANZE
Uno dei grandi problemi attuali è rappresentato dalle disuguaglianze, un problema che secondo Joseph Stiglitz si può risolvere se si vanno ad analizzare le cause. “Non c’è una ricetta unica, ma diverse politiche possibili“. Bisogna, però, fare una distinzione tra le disuguaglianze ereditarie, di tipo finanziario e nel capitale umano. “Abbiamo bisogno di tasse di successione più progressive“. Inoltre, bisogna intervenire sui sistemi educativi che aumentano le disuguaglianze. Ma c’è anche l’esercizio del potere tra le cause, come “monopoli, sfruttamenti, discriminazioni, tutte utilizzate per creare enormi disuguaglianze nella nostra società. E il rimedio è abbastanza ovvio: dobbiamo avere leggi forti per fermarle“.
Per quanto riguarda i social media, sempre più un’arena libera, il premio Nobel ritiene che sia stato commesso un errore grave sin dall’inizio negli Usa, quello di liberarli “dalla responsabilità di ciò che è pubblicato sulle loro piattaforme“. Per questo ora è difficile introdurre regole che funzionano. Ma Stiglitz promuove il Digital Service Act dell’Europa, perché va nella giusta direzione: “Il concetto di base è che ci deve essere responsabilità da parte di queste aziende per ciò che accade sui loro media“.
L’IMPORTANZA DELL’ECONOMIA CIVILE
Joseph Stiglitz ribadisce di essere un grande sostenitore dell’economia civile, che peraltro si ispira almeno in parte alle sue idee. “Il paradigma economico standard parte da una visione dell’uomo come homo oeconomicus, un essere egoista e completamente razionale“. Ma è una descrizione che non corrisponde alla realtà della maggior parte delle persone, inoltre è l’opposto di ciò che vorremmo essere e di come vogliamo che siano i nostri figli. “La cosa interessante è che abbiamo studi che dimostrano come più a lungo gli studenti studiano economia più assomigliano a questo homo oeconomicus. Modelliamo gli individui per questo tipo di società“. In realtà, secondo il premio Nobel, bisognerebbe “formare persone per una società diversa, in cui ci sia più cooperazione. Penso alle cooperative, al non profit, ai sindacati. E ci serve più innovazione su come lavoriamo insieme per risolvere i problemi della società“.