Chi riceverà un rimborso di 400 euro netti da giugno 2025: ecco tutti i dettagli da conoscere e gli ultimi aggiornamenti.
Un aumento atteso e, per molti, già calcolato. A partire da giugno 2025 oltre un milione di dipendenti riceveranno un rimborso di 400 euro netti, frutto del taglio del cuneo fiscale e dei relativi arretrati maturati tra gennaio e maggio.
La notizia è arrivata dal Messaggero e conferma come l’adeguamento degli stipendi sia ormai prossimo, con una busta paga di giugno che si preannuncia più ricca per buona parte dei avoratori del comparto pubblico. Il beneficio riguarda in particolare coloro che hanno una retribuzione annua lorda non superiore ai 35.000 euro. Ma vediamo bene tutti i dettagli e a chi spetta questo rimborso.
A chi spetta il rimborso di 400 euro?
A ricevere il rimborso sarà oltre un milione di dipendenti pubblici tra cui insegnanti e personale ATA. Il provvedimento arriva anche in seguto alla diffida formale presentata dal rappresentante Anief al Ministero dell’Economia e delle Finanze. A guidare l’iniziativa, Marcello Pacifico, presidente del sindacato, che ha colto l’occasione per rilanciare un appello più ampio:

“Ora il Governo nella prossima Legge di Bilancio cambi i criteri di riparto delle risorse e garantisca la parità retributiva tra il personale scolastico e quello degli Funzioni centrali dello Stato”, ha detto Pacifico. “Perché servono 2 miliardi all’anno per arrivare al pareggio nel 2030 al termine delle tre tornate contrattuali, così da garantire aumenti ulteriori di 500 euro mensili e colmare attuale gap retributivo tra personale scolastico e il resto della pubblica amministrazione”.
Obiettivo: +500 euro entro il 2030
Il sindacato, aderente alla alla confederazioen Cisal, ha avanzato una richiesta concreta e ambiziosa: destinare almeno 2 miliardi all’anno nelle prossime manovre finanziarie per colmare il divario salariale tra i lavoratori della scuola e il resto della pubblica amministrazione. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere entro il 2030 aumenti mensili strutturali fino a 500 euro netti per ogni dipendente scolastico.
L’intervento è una naturale conseguenza di una situazione cui il personale della scuola continua a essere tra i meno retribuiti del pubblico impiego, nonostante un ruolo centrale nel funzionamento del Paese. Gli effetti dell’inflazione, il costo della vita in crescita e l’assenza di adeguamenti contrattuali significativi negli ultimi anni hanno ulteriormente accentuato la frustrazione e il disagio economico di insegnanti e personale non docente.
Ecco dunque che questo rimborso si preannuncia come una vera boccata d’ossigeno, anche se parziale. Secondo Anief, infatti, si tratta solo di un primo passo verso la correzione strutturale delle disuguaglianze retribuitive nella pubblica amministrazione.
Il dibattito, comunque, è tutt’altro che chiuso. Con l’avvicinarsi dell’autunno e la stesura della prossima Legge di Bilancio il tema degli aumenti salariali nel settore pubblico è senz’altro destinato a tornare con forza al centro del confronto politico e sindacale.