Stop auto a motore termico entro 2035/ Addio benzina e diesel: cosa succede
L’Italia ha deciso: addio alle auto a motore termico entro il 2035. Il phase out per i furgoni e i veicoli commerciali scatterà invece nel 2040

Le auto a motore termico non dovranno più essere prodotte dal 2035 in avanti, mentre il discorso verrà applicato ai furgoni e ai veicoli commerciali leggeri entro il 2040. Questo è quanto ha reso noto nella giornata di oggi, venerdì 10 dicembre 2021, il Ministero della Transizione ecologica mediante la diffusione di un comunicato al termine della quarta riunione del Cite, il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica. In particolare, i ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, “hanno definito le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna”.
“In tale percorso – prosegue la nota – occorre mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di ‘neutralità tecnologica’, valorizzando, pertanto, non solo i veicoli elettrici, ma anche le potenzialità dell’idrogeno, nonché riconoscendo – per la transizione – il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia”. Insomma, un’autentica svolta green, a tutela dell’ambiente e del nostro pianeta.
AUTO A MOTORE TERMICO, ADDIO: SVOLTA DAL 2035
Nel comunicato si dice inoltre che, per ciò che concerne i costruttori di nicchia , misure specifiche potranno essere eventualmente valutate con la Commissione europea all’interno delle regole comunitarie. Immediata la reazione alla notizia da parte di John Elkann, presidente Stellantis, sul numero speciale di Milano Finanza: “Nei prossimi cinque anni, a sostegno della strategia di elettrificazione dei suoi modelli, il Gruppo Stellantis spenderà 30 miliardi di euro. Nel giro di 10 anni, il 70% delle auto Stellantis vendute in Europa sarà ibrida plug-in o elettrica pura”.
Per poi concludere dicendo che “in questa rivoluzione elettrica l’Italia sta giocando un ruolo di primo piano, a tutti i livelli: produzione dei nuovi modelli, assemblaggio delle batterie, ricerca applicata e sperimentazione delle infrastrutture di ricarica e di trasmissione di energia. È una fase entusiasmante, ricca di progetti e di nuove idee, che ci ricollega alla fase pioneristica dei nostri padri fondatori”.
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