Storie Italiane è tornato ad occuparsi del caso della strage di Altavilla Milicia, l’omicidio di tre persone (una donna e due bambini) per mano di Giovanni Barreca forse con la complicità di una coppia.
Il programma di Rai Uno ha mandato in onda le parole del prete di Altavilla, don Priola, che lo scorso 3 settembre durante una messa raccontava: “Qui ad Altavilla vi sono molti casi di possessione demonica, non solo di adulti posseduti dal maligno ma anche casi di bambini, vogliamo pregare Dio nostro Padre e chiedere a Maria di volgere il suo sguardo compassionevole su tutti coloro che sono in balia del maligno, molte volte non per colpe proprie ma per la cattiveria di altri, e che si sono rivolte a fattucchieri: qui ad Altavilla ci sono tante persone che si rivolgono a queste persone indecenti”.
STRAGE DI ALTAVILLA, DON PRIOLA: “LA FAMIGLIA DI ANTONELLA…”
Don Priola è stato poi intervistato ieri sera dal programma Porta a Porta, e in quell’occasione ha aggiunto: “La famiglia di Antonella (la moglie di Barreca ndr) non era cattolica, se si fosse rivolta a noi forse avremmo avuto gli strumenti utili per mettere in sicurezza questa famiglia dal finire nelle mani di persone cattive, non essendo cattolici la signora non si è rivolta a noi, non abbiamo potuto fare nulla perchè non sapevamo nulla”.
“Ciò a cui io faccio riferimento nella preghiera del 3 settembre – ha precisato – è relativo ad altre situazioni di famiglie cattoliche che si sono rivolte a noi e che abbiamo messo in sicurezza”. E ancora: “Prima di dare credito ai racconti che le persone vengono a narrarci, chiediamo elementi oggettivi e in qualche caso qualche famiglia ci ha fatto vedere video che avevano registrato mentre in casa si verificavano manifestazioni straordinarie, secondo la loro opinione.
STRAGE DI ALTAVILLA, DON PRIOLA: “IL VIDEO DI UN BIMBO…”
Don Priola ha poi argomentato: “Per esempio un bambino che si mette in piedi sul letto e comincia a sputare sul capezzale del letto o il bimbo che urlando dice ‘guarda lì, lo vedo’ e il bimbo comincia a rompere oggetti e disegna immagini che egli vede. Quando ci sono tutta una serie di questi elementi che vanno oltre l’analisi che posso fare io come presbitero il mio compito è quello di rinviare ad un discernimento colui che è incaricato dal vescovo di valutare un possibile condizionamento”.
Anna Vagli, presente ieri sera a Porta a Porta e oggi ospite di Storie Italiane aggiunge: “Sono racconti molto forti, il parroco denuncia che c’era un particolare focolaio forse dovuto ad un substrato culturale, come è possibile che nessuno se ne sia accorto?”. Don Priola sempre parlando a Porta a Porta, ha proseguito: “In molti casi non è emerso nulla, in alcuni casi abbiamo avuto impressione che potesse esserci qualcosa di più, un disturbo dello spirito del male, in questi casi, seguendo metodologia e prassi, il sottoscritto si è rivolto all’esorcista della diocesi che ha valutato caso per caso ciò che si è presentato”.