Roberta Bruzzone, tra i consulenti della difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano, sostiene la necessità della revisione del processo sulla strage di Erba ed è convinta che i due non siano gli autori del massacro. Lo ha ripetuto ai microfoni di Libero e ha dichiarato che la condanna della coppia, all’ergastolo in via definitiva dal 2011, sia basata su “accuse senza riscontri” al punto da ritenere che la vicenda sia “oltre il caso Tortora“. Un errore giudiziario clamoroso, secondo la criminologa, che supererebbe quello di cui fu vittima il celebre conduttore di Portobello “per il tipo di gravità dell’accusa e per la lettura totalmente distorta degli elementi probatori“.
Più volte, nel corso di interviste e dirette televisive e via social, Bruzzone ha ribadito quelle che sarebbero le coordinate chiave che scagionerebbero i coniugi e adesso, quando il collegio difensivo è a un passo dalla riapertura del processo, “inizia la vera battaglia”. Il prossimo 1 marzo Rosa e Olindo affronteranno l’udienza dibattimentale a Brescia per discutere delle istanze di revisione presentate dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, dal loro tutore, Diego Soddu, e dai loro legali, ed da lì che tutto potrebbe ripartire. La difesa spera nel proscioglimento. “Torniamo a parlare di tutto quello che è stato depositato nell’istanza – ha aggiunto la criminologa consulente dei coniugi dal 2009 –. È un processo, a tutti gli effetti“.
Bruzzone sulla strage di Erba: “Dentro quella casa, quel giorno, non c’erano Rosa e Olindo ma qualcun altro”
“Dentro quella casa, quel giorno, non c’erano Rosa e Olindo ma qualcun altro“. La difesa dei coniugi condannati per il massacro di via Diaz dell’11 dicembre 2006 lo ripete come un mantra e tale è la convinzione di Roberta Bruzzone, forti di una consulenza tecnica depositata tra le nuove prove al vaglio dell’istanza di revisione del processo che avrebbe determinato, sulla base dei tabulati Enel dell’epoca, che nelle ore precedenti alla strage di Erba, quando l’appartamento di Raffaella Castagna e Azouz Marzouk doveva essere vuoto, c’era qualcuno. A dimostrarlo, come sostenuto dalla difesa della coppia, sarebbe la consulenza dell’ingegner Paolo Rabitti che avrebbe evidenziato “anomali picchi di consumi elettrici” che non troverebbero altra spiegazione se non nella presenza di una o più persone in quella casa. Soggetti che non possono essere Rosa e Olindo, ha precisato il pool difensivo, dato che nessuno dei due aveva le chiavi dell’abitazione.
Scrive il consulente Rabitti, come riporta uno stralcio del documento diffuso da Edoardo Montolli attraverso il sito Fronte del blog: “Dalle 15:30 alle 17:00 il consumo è compatibile con l’accensione di una o più lampadine. Dalle 17:00 alle 17:15 il consumo aumenta vistosamente, ed è compatibile con l’uso di uno o più elettrodomestici. Lo stesso dicasi per il consumo dalle ore 17:15 alle 17:45, meno accentuato ma consistente. Dato che nessuno degli elettrodomestici poteva avere un’accensione programmabile o a distanza, il consumo di energia rilevato dall’Enel tra le 14:15 e le 17:45 del 11/12/2006 è indicativo della presenza di una o più persone nell’appartamento della sig. Raffaella Castagna. Dalle ore 17:45 in poi il consumo di energia risulta azzerato, per motivi ignoti, che potrebbero essere legati o al distacco del salvavita posizionato nell’ingresso o a quello del contatore dell’Enel posizionato all’esterno della palazzina ed apribile solo con apposita chiave, oppure all’uso nell’appartamento di qualche strumento in corto circuito o richiedente una quantità troppo elevata di energia per funzionare“. L’analisi dei consumi elettrici rimanderebbe quindi all’ipotesi che in quel momento, quando mancavano poche ore alla mattanza, i killer fossero già dentro quella casa. Resta da capire a che scopo avrebbero acceso uno o più elettrodomestici. L’incremento registrato nei tabulati, sostiene la difesa, rappresenterebbe un clamoroso riscontro alla testimonianza resa all’epoca da una famiglia di siriani residente al piano di sotto, che riferì di aver udito “rumori” e “passi” nell’appartamento di Raffaella Castagna proprio il pomeriggio della strage. In quelle ore, secondo quanto poi sarebbe emerso, Rosa e Olindo non si trovavano nella corte di via Diaz: l’uomo si era recato a prendere la moglie sul posto di lavoro.