Marco Toffaloni è stato condannato per la strage di piazza della Loggia: per i giudici fu lui a piazzare la bomba che uccise 8 persone
Alla fine è stato individuato anche l’ultimo degli autori della strage di piazza della Loggia che da oltre mezzo secolo attende una reale e completa giustizia, con le primissime condanne che risalgono al 2017 e l’ultima che è arrivata oggi a carico di Marco Toffaloni ritenuto dalla corte bresciana colui che piazzò l’ordigno su ordine dei vertici del movimento terroristico di estrema destra Ordine Nuovo per il Triveneto: una sentenza – quella a carico di Marco Toffaloni – che tuttavia rischia di restare esclusivamente formale perché i biblici tempi della giustizia italiana hanno permesso al condannato di trasferirsi in Svizzera dove potrebbe godere della tutela da parte del governo.
Facendo prima di tutto un passo indietro, è bene ricordare che la strage di piazza della Loggia risale al 28 maggio del 1974 in quale di Brescia, quando alle 10:12 del mattino durante una manifestazione sindacale in piazza di opposizione al terrorismo neofascista fa travolta dell’esplosione di circa un kg di esplosivo nascosto all’interno di un cestino della spazzatura: morirono i totale – tra il momento stesso e i giorni successivi – otto persone e ne rimasero ferite altre 104.
Condannato Marco Toffaloni: fu lui a piazzare la bomba della strage di piazza della Loggia
Secondo le ricostruzioni del 2017 della corte bresciana, la strage di piazza della Loggia fu organizzata per volere di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte – che ovviamente dal conto loro si sono proclamati innocenti – condannati rispettivamente in qualità di mandante e facilitatore che nulla fece per impedire l’esplosione; mentre dopo lunghissime ricerche si è riusciti anche a risalire alla figura di Marco Toffaloni ritenuto esecutore dell’attentato a Brescia.
L’accusa per Marco Toffaloni aveva chiesto 30 anni di reclusione, mentre la difesa aveva provato a far leva sull’annullamento perché ‘il fatto non sussiste’ o per via dell’immaturità – prevista come attenuante del Codice penale, ma solo per i minori – dato che l’assistito all’epoca dei fatti aveva solamente 16 anni: alla fine Toffaloni è stato condannato confermando la richiesta dell’accusa; ma ora si apre la partita per dar seguito alla condanna con il governo svizzero che ha già negato l’accompagnamento coatto dell’imputato a processo e l’eventuale estradizione dopo il terzo grado di giudizio, ritenendo – da ordinamento elvetico – il reato contestato ormai estinto.