STRAGE DI PIAZZA LOGGIA, LO SFOGO DI LADY GOLPE
L’assenza di Donatella Di Rosa nell’udienza di dicembre del processo sulla strage di piazza Loggia del ’74 ha fatto discutere, tanto che Lady Golpe è intervenuta per spiegare di non essere sparita, ma di non sentirsi sicura. Un concetto che ha ribadito in una lettera inviata al Corriere, partendo dalle “notizie palesemente distorte” che ha voluto smentire e chiarire dopo la sua deposizione al tribunale dei minorenni di Brescia, nel giudizio a carico di Marco Toffaloni, che all’epoca dei fatti era minorenne e che è accusato di essere uno degli esecutori materiali dell’attentato in cui morirono 8 persone, mentre un centinaio rimasero ferite.
Di Rosa è coinvolta come testimone: a tal proposito ha ricordato che invece le si vuole affibbiare il marchio di “calunniatrice” e massacrarla. Nella missiva cita l’ex marito Aldo Michittu, colonnello dell’esercito che, stando alle sue rivelazioni giudicate infondate, avrebbe pianificato un presunto colpo di Stato con il suo amante Franco Monticone, comandante, e Gianni Nardi, neofascista dei Nar.
“Mi sono protetta per anni dal mostro che avevo sposato conservando ciò che lo poteva distruggere, ma che forse avrebbe annientato la vita mia e di mio figlio“, mette nero su bianco Donatella Di Rosa.
DONATELLA DI ROSA: “IO DEVO ESSERE SACRIFICATA”
La lettera di Donatella Di Rosa è, dunque, un lungo sfogo in cui parla del suo silenzio: l’ex marito avrebbe riferito ai suoi legali che avrebbe detto la verità dopo aver patteggiato e che lei non andava condannata perché non c’entrava nulla. “Poi mi ha abbandonata ad un destino che negli anni mi ha esposta a insulti, diffamazione, estorsione, ricatti…“, lamenta Lady Golpe, che ha deciso comunque di restare in silenzio, salvo poi romperlo e finire di nuovo sotto attacco. Infatti, ritiene di essere stata “massacrata di nuovo“, nonostante prove e documenti.
“Io devo essere sacrificata“. Donatella Di Rosa vorrebbe però sapere per chi. Nel frattempo, ha perso tutto, eppure il massacro di cui parla nella lettera al Corriere non si è mai fermato. Nello sfogo si scaglia contro un Paese in cui tutto viene perdonato se si hanno i soldi e confessa di essere “stanca di lottare“. Lady Golpe minaccia di “bruciare” tutto, visto che è anche alle prese con la malattia del figlio, oltre che con la sua stanchezza. “Questo Paese non merita la verità. Mai“. Quello che vorrebbe fare è provare a vivere.