Il ragazzo autore della strage Paderno Dugnano è stato riconosciuto un vizio parziale di mente. Questa la conclusione raggiunta dallo psichiatra Franco Martelli nella perizia psichiatrica eseguita per il gip per i minorenni di Milano su Riccardo Chiaroni, il 18enne che nel settembre 2024, che all’epoca era ancora minorenne, uccise a coltellate i genitori e il fratello di 12 anni. Una vera e propria mattanza, visto che furono inferte oltre cento coltellate a mamma, papà e fratellino.
L’esito della perizia potrebbe condizionare quello del processo, in quanto il ragazzo potrebbe ottenere una riduzione di pena nel giudizio abbreviato. La consulenza prodotta dalla difesa, invece, ha accertato l’incapacità totale del giovane. Secondo lo psichiatra incaricato dal gip, lo spazio di libertà di Riccardo era limitato, ciò vuol dire che la sua capacità di intendere era ridotta, così come quella di volere.
Le sue capacità erano sospese tra la realtà e la fantasia nel momento in cui decise di liberarsi dei suoi affetti più cari per raggiungere la dimensione fantastica dell’immortalità, da non intendere come delirio, bensì come rifugio.
STRAGE PADERNO DUGNANO, DUE PERIZIE SUL 18ENNE
Per l’avvocato Amedeo Rizza, che difende Riccardo, quel malessere di cui parlò il suo assistito nella confessione sulla strage Paderno Dugnano trova riscontro nella perizia psichiatrica. Pur senza entrare nel merito delle due consulenze, che verranno esaminate nelle sedi opportune, per il legale “è stato accertato” ciò che ha riferito il giovane agli inquirenti.
La perizia svolta dallo psichiatra Franco Martelli, che è specialista anche in criminologia clinica, è stata depositata il 14 marzo e sarà discussa davanti al giudice nell’udienza in programma ad aprile, mentre Il Giorno riferisce che la prima udienza davanti al tribunale sul processo per la strage Paderno Dugnano è prevista a fine giugno. Ma verrà discussa anche quella richiesta dalla difesa, che ha nominato lo psichiatra Marco Mollica come consulente di parte. Nella sua perizia si parla di un vizio totale di mente.
Peraltro, è emerso che il giovane, accusato di omicidio volontario pluriaggravato, ha sferrato nel complesso 108 coltellate contro la sua famiglia, la maggior parte delle quali sul fratellino 12enne.
I COLLOQUI DOPO LA STRAGE PADERNO DUGNANO
Dopo la strage Paderno Dugnano, Riccardo confessò di aver covato il pensiero di sterminare la sua famiglia per tutta la giornata. Da allora ha potuto contare sul sostegno dei nonni, che non lo ha mai lasciato solo. Dai colloqui è emerso che pensava che sarebbe bastata una coltellata per uccidere il fratellino. Ma ne ha sferrate decine per non farlo urlare.
La prima ad accorrere fu la mamma, trovata a terra con ferite alla schiena e al collo, forse nel tentativo di proteggere l’altro figlio. Invece, il papà era sul pavimento vicino alla porta: le ultime parole prima di morire furono di chiamare i soccorsi. Riccardo chiamò il 112 dicendo che il padre aveva accoltellato la madre e il fratello, poi arrivò la confessione.