Uno studio condotto dall’Università della California a Los Angeles e pubblicato Proceedings of the National Academy of Sciences con il titolo “L’avversità multigenerazionale ha un impatto sulla composizione del microbioma intestinale umano e sul funzionamento socioemotivo nella prima infanzia” ha rivelato che lo stress e il disagio psicologico nelle donne in gravidanza condiziona il microbioma intestinale dei bambini. Il fenomeno, come riportato dal Jerusalem Post, era stato riscontrato in passato nei roditori, ma adesso trova conferma anche negli esseri umani.
I ricercatori, analizzando 450 coppie madre-bambino a Singapore a distanza di due anni dal parto, sono stati i primi a documentare gli effetti transgenerazionali dei problemi sul microbioma intestinale umano. I fattori presi in esame sono stati diversi: dagli eventi traumatici al reddito familiare. È emerso che le donne che hanno riportato più ansia durante la gravidanza avevano microbiomi in cui le specie di microrganismi avevano popolazioni di dimensioni simili (una metrica che i biologi chiamano “uniformità“, che non era stata trovata prima) e che anche i loro bambini avevano una minore diversità genetica. Il motivo è da ricondurre al fatto che i neonati acquisiscono i loro primi microbi intestinali passando attraverso il canale del parto.
Stress di mamme condiziona microbioma intestinale dei bambini: lo studio americano
Gli esperti non sono ancora a conoscenza di quali conseguenze possa avere questa “uniformità” del microbioma intestinale che può essere causato nei bambini dallo stress vissuto dalle mamme durante la gravidanza. “Non sappiamo se sia una cosa migliore o peggiore. Abbiamo però notato che molte delle specie correlate ai problemi sono note per interagire in qualche modo con il sistema immunitario, ciò suggerisce che i cambiamenti avvengono anche su quest’ultimo. C’è molto che dobbiamo esplorare in futuro”, ha affermato la dottoressa Francesca Querdasi.
La connessione tra il microbioma intestinale, il cervello e l’intestino si sviluppano d’altronde rapidamente durante i primi due o tre anni di vita. È quindi probabile che i cambiamenti mostrati nel nuovo studio possano avere una certa influenza sullo sviluppo socioemotivo dei bambini. L’approfondimento per questo motivo andrà avanti. “Quando capiremo come questo fenomeno avviene nei dettagli, potremo anche provare a manipolare le diete, a fornire degli integratori e a cambiare lo stile di vita dei pazienti per avere un impatto positivo sul microbioma intestinale e su una più ampia traiettoria di sviluppo”, ha concluso l’autrice Bridget Callaghan.