I cefalopodi della sottoclasse dei coleoidi sono dei maestri nel camuffamento: le seppie, in particolare, cambiano colore in un modo unico rispetto agli altri esseri viventi che dispongono di questa capacità. Uno studio pubblicato quest’anno sulla rivista Nature e riportato da Le Figaro ha svelato il meccanismo incredibilmente complesso che consente a questi comuni animali marini di mimetizzarsi secondo la propria volontà.
“Anche i rettili sanno cambiare colore, ma è un meccanismo lento e meno complesso. Nei cefalopodi è il sistema nervoso che controlla direttamente milioni di cellule pigmentate situate nella pelle”, ha spiegato Gilles Laurent, neurobiologo dell’Istituto Max Planck. Per quattro anni, il suo team ha sviluppato tecniche indirizzate proprio ad analizzare queste cellule e a descrivere in modo estremamente preciso come cambiano nel tempo e nello spazio. “Bisogna immaginare la pelle della seppia un po’ come uno schermo ad alta risoluzione composto da pixel. Questi pixel, chiamati cromatofori, sono cellule di pigmento il cui diametro – da 10 a 300 micrometri – è controllato da piccolissimi muscoli a loro volta controllati dal cervello. Per cambiare il suo aspetto, la seppia controlla quindi la dimensione dei suoi cromatofori”.
Studio svela come seppie cambiano colore: un meccanismo complesso e unico
Le capacità di mimetizzarsi cambiando colore delle seppie sono elevatissime. Quando un cromatoforo è completamente contratto, non è visibile e rivela una superficie sottostante bianca, che riflette la luce. Quando è esteso invece diventa visibile come un punto di colore, più o meno grande. “Ancora più sorprendente è il fatto che i cromatofori possono avere tre colori, giallo, rosso o nero, ma quest’ultimo dipende dall’età del cromatoforo”, spiega l’esperto. Le cellule sulla superficie della pelle si moltiplicano quindi e alla schiusa la seppia possiede solo poche centinaia di cromatofori, contro 1 milione alla fine della sua vita.
“Un nuovo cromatoforo inizia la sua vita in giallo; dopo tre settimane diventa rosso, poi nero. Ogni volta che un cromatoforo diventa nero, un altro arriva nelle sue vicinanze e ricomincia il ciclo. La seppia comune rimane nei toni rosso-marroni ma alcune specie riescono a produrre i colori blu-verdi, grazie ad altre cellule specializzate”. Questa incredibile capacità offre numerosi vantaggi ai cefalopodi, in primis il potere nascondersi dai predatori.