Stupro e rapina in diretta social: questo è il sunto di quanto accaduto sabato notte a Roma a due vittime innocenti, una madre 50enne e il figlio ancora minorenne. I fatti: il giovane stava per rientrare a casa e si è avvicinato alla sua mini-car per mettersi al volante, quando è stato avvicinato e minacciato, con tanto di coltello puntato alla gola, da due 17enni tunisini, suoi coetanei, che l’hanno dapprima rapinato e poi hanno abusato del suo corpo, trasmettendo il tutto in live streaming sui social media. Non paghi, si sono fatti accompagnare a casa dall’adolescente con lo scopo di farsi consegnare altri soldi e facendosi presentare dal ragazzo alla mamma come “due amici”.
Appena hanno messo piede nell’appartamento, dove in quel momento, oltre alla donna, c’erano solo la figlia 13enne e la sua amichetta del cuore, che dormivano in un’altra stanza, subito i malviventi hanno minacciato la 50enne, tenendo il figlio in ostaggio. Quest’ultimo e la madre hanno consegnato loro altri 250 euro in contanti, ma i rapinatori e stupratori non si sono fermati: uno dei due si è chiuso in camera da letto con la madre e l’ha violentata, minacciandola con il coltello.
STUPRO E RAPINA IN DIRETTA SOCIAL: DOPO LE VIOLENZE, LA RICHIESTA DI CIBO
Uno dei due tunisini autori della diretta social dello stupro e della rapina ai danni di un loro coetaneo e della mamma, ha detto a quest’ultima: “Vieni con me, ti devo dire una cosa segreta, in privato”. A quel punto, la donna non ha potuto fare altro che sottomettersi alla volontà del giovane: “Mi ha preso la mano, ha iniziato a strusciarsi” e il resto, purtroppo, lo si può immaginare. Prima di andarsene dall’appartamento, i due hanno anche chiesto di mangiare un toast e la donna ha dovuto prepararlo per entrambi.
Dopodiché, hanno obbligato il figlio a riaccompagnarli dove si erano incontrati, dicendo che con quel coltello avevano già ammazzato un poliziotto e non avevano certo il timore di togliere la vita anche a lui. Quindi, sulla mini-car, hanno nuovamente abusato del ragazzo, ma nel frattempo è stata avvisata la polizia. Il padre, assente da casa per ragioni lavorative, mediante geolocalizzazione del cellulare del figlio ha indicato alle forze dell’ordine la posizione della vettura, che è stata così intercettata, consentendo l’arresto dei due minorenni.