Sul Sole si è aperto un enorme buco coronale esteso per 1 milione di chilometri: cos'è e quali problemi potrebbe causare sulla Terra
Tra oggi – martedì 20 maggio 2025 – e il prossimo giovedì 22 (secondo alcune fonti addirittura fino a venerdì 23, secondo altre solamente fino a domani), la Terra potrebbe essere investita dagli effetti dell’enorme buco coronale individuato dalla NASA sulla superficie del Sole, identico a quello che era già stato osservato tra marzo e aprile, ma ulteriormente cresciuto fino a occupare uno spazio inimmaginabile alla mente umana, di più di un milione di chilometri: un fenomeno – quello del buco coronale – del tutto normale e più volte osservato dagli esperti astronomi mondiali, ma che mai prima d’ora aveva raggiunto una superficie di tale portata.
Partendo dal principio, è bene spiegare da subito che il buco coronale è un’ampia area della superficie della nostra stella più luminosa nella quale – per via di fenomeni fisici che non vale la pena stare qui ad approfondire e spiegare – il plasma raggiunge temperature inferiori alla media del resto della stella, tali da renderlo anche meno denso di quanto dovrebbe essere: alla vista (ferma restando la necessità di utilizzare un telescopio ad alta energia, ma possiamo farci un’idea con l’immagine qua sopra) appare come un enorme lago scuro dal quale si sprigiona quello che viene definito “vento solare”, composto da particelle ionizzate e campi magnetici.
Sul Sole l’enorme buco coronale: tra blackout alle comunicazioni e danni alle reti elettriche, quali sono i rischi?
Come dicevamo prima, l’attuale buco coronale non è del tutto nuovo, perché si trova nella medesima posizione (ovvero l’emisfero meridionale della nostra stella) di quello osservato lo scorso marzo: la rotazione del Sole, infatti, è ben differente da quella terrestre e impiega tra i 25 e i 35 giorni per essere completata; tempo nel quale il buco coronale è sparito dai nostri radar (trovandosi sul retro del Sole rispetto al punto che possiamo osservare) e poteva egualmente dissolversi o estendersi, con la seconda opzione – ovviamente – che ha prevalso sulla prima.
Di fatto, il buco coronale che possiamo osservare in questo momento è decisamente più ampio di quello di marzo, ma i suoi (del tutto potenziali) effetti sulla Terra sono i medesimi: i rischi sono soprattutto collegati ai campi elettromagnetici trasportati dal vento solare – classificati tra un livello di rischio di 1 e 2, con il 5 che rappresenta il massimo – che potrebbero causare problemi ai satelliti che orbitano attorno al nostro pianeta, diffusi blackout alle reti di comunicazione e anche – nei casi peggiori – danni permanenti alle reti elettriche.