Una bambina sopravvissuta grazie a un miracolo di suor Lucia Ripamonti: questa è la vicenda che è stata raccontata a “Di buon mattino”, trasmissione in onda su Tv 2000, e che ha per protagonista Irene, oggi donna adulta, che in tenera età era rimasta vittima di un gravissimo incidente e i medici l’avevano data per spacciata. Lei stessa ha illustrato i dettagli della sua storia: “A 6 anni e mezzo ero a casa dei nonni, quando mia nonna mi chiese di andare a comprare il giornale, in quanto lei si era dimenticata di prenderlo. Io andai felice, ma un’auto mi prese in pieno e mi fece volare. Sbattei la testa sull’asfalto. Arrivata in ospedale, i medici non volevano rianimarmi perché avevo un grave trauma cranico”.
Il sinistro è avvenuto il 26 aprile 1967 e il 4 maggio, giorno dell’Ascensione, Irene si è risvegliata. Tuttavia, i dottori dicevano comunque che sarebbe rimasta cieca e paralizzata; invece, dopo neanche un mese, il 25 maggio, l’hanno dimessa dalla struttura nosocomiale, da dove lei è uscita sulle sue gambe. Sul foglio di dimissione, i medici scrissero: “Completamente resuscitata“. Ma cosa c’entra, in tutto questo, suor Lucia Ripamonti?
“SUOR LUCIA RIPAMONTI MI HA SALVATO CON UN MIRACOLO”
Irene ha rivelato a Tv 2000 di avere vissuto per molti anni sapendo solo dell’incidente, tanto che al paese di sua mamma la chiamavano “la miracolata”. Un giorno, nel 2011, arrivò una lettera delle Sorelle delle Ancelle della Carità di Brescia. Si trattava di una missiva “scritta da mio nonno nel 1968, in cui ringraziava Sorella Lucia Ripamonti per la mia guarigione. Da lì abbiamo scoperto che le suore che facevano servizio in ospedale erano solite mettere un santino di suor Lucia sotto il cuscino dei pazienti molto gravi. Così avevano fatto con me e proprio grazie a lei ero guarita”.
Solo a quel punto, Irene ha realizzato: “Io sono davvero miracolata e potevo non esserci. Da quando ho scoperto questo, io mi sono presa a cuore suor Lucia Ripamonti e tutti i giorni dico una preghiera a lei per me e per i miei familiari. È diventata una compagna di vita, fa parte della mia vita e della mia famiglia”.