Sono responsabili di 150 furti, ma possono uscire dal carcere. La Cassazione li libera per errori nelle motivazioni sulle esigenze cautelari. Due albanesi, arrestati dai carabinieri nell’aprile scorso con l’accusa di aver svaligiato tutte quelle abitazioni, tra colpi fatti e tentati, facevano parte di una banda in azione per mesi tra Asti, Torino e Cuneo. Avevano anche il vizio di fotografare le vittime nel sonno, come souvenir dei loro colpi. Lo svela il Corriere della Sera, che ha ricostruito la vicenda. Ma i mesi di indagini da parte della compagnia di Pinerolo sono stati azzerati dalla decisione della quarta sezione penale della Corte di Cassazione, che ha «annullato senza rinvio» le ordinanze che aveva emesso il gip prima e il tribunale del Riesame poi. La Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dal legale dei due albanesi, l’avvocato Antonio Genovese, disponendo l’immediata liberazione per l’assenza di un’adeguata motivazione sulle esigenze cautelari nell’ordinanza che li aveva portati in carcere.
SVALIGIARONO 150 CASE, DUE ALBANESI SCARCERATI DALLA CASSAZIONE
Ne restano quattro della banda in carcere, ma la notizia della liberazione dei due albanesi sta facendo discutere. Lo stesso Riesame però, analizzando il provvedimento del gip, aveva rilevato che qualcosa non andava. «Al quanto sintetica, priva effettivamente di un’analisi delle singole personalità degli indagati, per come almeno emergenti dalle indagini, e legate solo alle caratteristiche dei fatti in via più generale». I giudici però non annullarono l’ordinanza, ma la integrarono. Una scelta che però va contro la giurisprudenza della Cassazione. La banda, come riportato dal Corriere della Sera, si era specializzata in una tecnica particolare, quella del “succhiello”. In pratica, i ladri con un attrezzo da falegname bucavano gli infissi della finestra e facevano scattare la maniglia con una pinza. E poi colpivano a tappeto, preferendo però case isolate per i loro furti. Poi sono stati fermati dai carabinieri, ma due dei sei membri della banda tornano in libertà.