Swing states, cosa sono e quali gli Stati chiave in bilico per i risultati delle Elezioni Usa 2020: Ohio, Florida, Pennsylvania, Arizona, Michigan, North Carolina, Wisconsin e Georgia
Non ci sono Elezioni Usa che si rispettino senza dei veri e propri “swing state” che possa determinare la vittoria o la sconfitta per i due candidati Repubblicano e Democratico: e così anche per la maratona “Vote Usa 2020” Trump e Biden proveranno a contendersi fino all’ultimo voto negli 8-10 “Stati in bilico” rappresentati dagli ultimi sondaggi alla vigilia delle Elezioni Presidenziali e del Congresso di questo 3 novembre. Gli “Swing State” sono per tradizione quei territori americani dove il “blu democratico” e il “rosso repubblicano” non si confermano in blocco come nella precedente tornata elettorale: proprio per questo motivo, alla fine sono proprio questi Stati-chiave a determinare chi vincerà la maggioranza dei grandi elettori. Come noto, il complesso sistema americano di voto prevede l’elezione indiretta di 270 “grandi elettori” nei 50 Stati: ci sono però dei “Safe State” che tradizionalmente confermano sempre la medesima scelta (California per i Dem e Texas per i Rep sono i maggiormente identificati), mentre gli “swing state” sono detti anche “purple state” per il loro essere sempre in “mezzo” tra il blu Dem e il rosso Rep, o “battlegrounds states” dato che proprio in questo blocco di Stati si gioca ormai sempre la presidenza della Casa Bianca. Secondo gli esperti analisi Usa, gli “swing” del 2020 saranno dei grandi “classici” come Ohio, Florida, Pennsylvania, North Carolina e Colorado, ma anche stati meno “consueti” come Iowa, Virginia, Nevada, Georgia e Arizona. Proviamo a vederli nel dettaglio in vista del voto che cambierà la Casa Bianca per i prossimi 4 anni.
“SWING STATE”: FLORIDA, OHIO, PENNSYLVANIA E N. CAROLINA
La Florida è swing state praticamente da sempre: 29 grandi elettori in palio, con le ultime 11 Elezioni Usa 2020 che per 7 volte sono andate ai Repubblicani (l’ultima con Trump nel 2016, ma con solo il 2% dei voti in più) e le restanti ai Democratici, oggi dati in realtà lievemente favoriti secondo gli ultimi sondaggi. Dagli Anni Sessanta chi vince la Florida diventa Presidente degli Stati Uniti, tranne una volta sola con Clinton nel 1992 che perse il maxi stato del Sud contro George Bush senior. L’Ohio assegna 18 grandi elettori ed uno degli stati più ambiti dai partiti: i favori vanno per Trump (58% per i dati NateSilver) vista la maggioranza di popolazione bianca e anziana, anche se possibile “ostacolo” potrebbe essere la campagna anti-Trump fatta dal governatore dell’Ohio John Kasich, moderato repubblicano e per nulla incline alla linea del suo partito. 20 grandi elettori anche per la Pennsylvania che è swing state praticamente da sempre: la tradizione Dem è stata interrotta negli ultimi 30 anni prima da Bush e poi proprio da Trump nel 2016, quando strappò i 20 grandi elettori a Clinton per pochissimi voti. In North Carolina invece la tradizione è repubblicana, ma pure 4 anni fa Trump fece molta fatica a conquistare i 15 grandi elettori in palio (vinse con il 49% contro il 46% Dem): il tema razzismo e la gestione Covid potrebbero far voltare le spalle al GOP nel voto 2020.
GLI ALTRI STATI IN BILICO
Negli altri swing state individuati dai dati e analisi Usa spunta l’Arizona, di norma a guida repubblicana ma con i Democratici dati in netta risalita esattamente come avvenne con Bill Clinton nel 1996: il regno del Southwest sembra essere totalmente in bilico, così come accade in Georgia dove nelle ultime Elezioni Usa il Presidente-tycoon si affermò con il 50% de voti contro la sfidante Democratica. Nel 2012 fu trionfo di Romney su Obama (53,3% contro il 45,5%) ma i sondaggi oggi danno Biden in lieve vantaggio sul “purple state” a maggioranza di afroamericani. Il Wisconsin non è mai stato uno “swing” ma nel 2016 Trump riuscì a strappare all’ultimo lo scettro dei Democratici e punta a confermarsi anche 4 anni dopo: 10 grandi elettori fanno “gola” e al momento il pronostico è pendente senza favore per nessuno dei due contendenti. Da ultimo il Michigan, stato tradizionalmente democratico ma con Trump vincente nel 2016: il 47% di 4 anni fa però non fa presagire una vittoria certa per il Presidente Usa, con i 16 grandi elettori che pure in questo caso potrebbero risultare alla fine decisivi per l’approdo alla Casa Bianca.
