NEGOZIATI RUSSIA-UCRAINA, IL MONITO DI TAJANI: “NO APERTURE DA MOSCA…”
In una lunga intervista al “Corriere della Sera” il Ministro degli Esteri Antonio Tajani non rivela buonissime notizie sul fronte diplomatico internazionale in merito alla drammatica guerra in corso da quasi un anno tra Ucraina e Russia: «sarà una guerra lunga. Non ci sono buone notizie in arrivo, anche la tregua di Putin è stata fatta a fine interni e in modo unilaterale», spiega il vicepremier in quota Forza Italia. Secondo Tajani infatti occorre continuare a lavorare per la pace, «ma tutti questi segnali non autorizzano ad essere ottimisti. Ci sono alcuni attori internazionali come Cina, Turchia e Stati Uniti che potrebbero fare la differenza a livello diplomatico».
Le aperture però dal Cremlino non ci sono e la distanza tra Kiev e Mosca è sempre più ampia, il che costringe il dialogo diplomatico a difficili punti di contatto come ammette lo stesso Antonio Tajani: «Bisogna continuare però a lavorare per la pace nonostante i segnali che arrivano dal fronte non autorizzano ad essere ottimisti perchè da parte russa, almeno al momento, non ci sono reali manifestazioni di apertura al dialogo».
TAJANI FRENA SU ARMI E DIFESA ANTI-MISSILI ALL’UCRAINA
Prudenza viene predicata dal Ministro degli Esteri del Governo Meloni anche sull’invio di nuove armi all’Ucraina, in particolare modo sul sistema anti-missile di difesa chiesto da Nato e dal Governo Zelensky: «Il sesto pacchetto di difesa è ancora da perfezionare, come previsto non ci sarà alcun invio prima di un’informazione al Parlamento», spiega il vicepremier Tajani ancora al “Corriere”, aggiungendo «Stiamo discutendo anche con i francesi per perfezionare dal punto di vista tecnico l’invio di sistemi di difesa aerea che si basano su tecnologie congiunte fra Roma e Parigi».
A seguito della telefonata avuta dal Ministro Tajani con il Consigliere alla sicurezza Usa Jake Sullivan, il n.2 azzurro fa sapere che «i colloqui con Washington sono costanti e normali, noi siamo un interlocutore importante, ma non si è parlato di armi. Occorre continuare a lavorare per la pace». In generale però «Serve prudenza» per l’invio di nuove armi, soprattutto per il sofisticato sistema anti-missile condiviso tra Francia e Italia e considerato nettamente superiore in efficacia e utilizzo rispetto a quelli americani inviati prima di Natale a Kiev. Secondo quanto ricostruito da “La Repubblica” in un retroscena, la prudenza di Tajani e dell’Italia non “sola” in Europa dato anche anche Londra nutre diversi dubbi circa l’invio dei Samp-T in quanto si rischia di privarsene per la difesa nazionale: «L’Italia ha infatti soltanto cinque di quelle preziose batterie, in grado di creare un formidabile schermo contro aerei o droni sopra una metropoli. E stante il “pensionamento” di tutti gli altri sistemi terra-aria, quei cinque sistemi sono di fatti l’unico scudo per i cieli su cui può contare l’Italia», rileva “Rep”.