Come vi abbiamo spiegato ieri, entro martedì 30 giugno si dovrà pagare la tassa sui conti correnti, un totale annuo di 32.40 euro per i privati, ripartito in 4 tranche. Nei prossimi tre giorni vedremo scalare il nostro conto di 8.55 euro, non una cifra da strapparsi i capelli ma comunque tale da farci storcere il naso, trattandosi di una tassa nuda e cruda. Per lo Stato si tratta di una somma cospicua con cui fare cassa, tenendo conto che, stando ai dati elebarati dal sindacato Fabi del 2019 (Federazione autonoma bancari italiani), gli italiani avrebbero nelle banche ben 1.000 miliardi di euro, a conferma di quanto quello del Belpaese sia un popolo di grandi risparmiatori. Non è semplice capire quanti siano i conti correnti aperti, fatto sta che l’ammontare di cui sopra fa capire quanto possa essere importante per le casse dell’orario la suddetta tassa. Negli ultimi tempi sono cresciuti a dismisura i conti online, quei conti correnti zero spese che si possono aprire in pochi minuti e che permettono di avere servizi interessanti a titolo gratuito, come ad esempio debit/credit card dedicate. Ricordiamo che la tassa sui conti correnti viene pagata solamente da chi ha una giacenza media sul proprio conto di 5.000 euro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TASSA CONTI CORRENTI: 8.55 EURO DA PAGARE ENTRO GIUGNO
Tassa sui conti correnti in dirittura d’arrivo: partirà infatti da fine giugno, a chiusura del trimestre, il prelievo diretto dello Stato e che ammonterà a 34,20 euro per le persone fisiche ogni anno e a 100 euro invece per le persone giuridiche. Tecnicamente parlando si tratta di una di quelle imposte “patrimoniali” prelevata direttamente appunto dai conti correnti, dai libretti di risparmio bancari e postali, e che servirà anche per garantire maggiore liquidità alle casse dello Stato. Ovviamente si tratterà di un prelievo fisso e non proporzionale dato che l’importo non varierà né dalle somme effettivamente depositate, né tantomeno dalle operazioni effettivamente eseguite dall’utente. Chi invece sarà ‘tagliato fuori’ è quella fascia che sul conto ha un limite di giacenza media inferiore ai 5000 euro e anche i possessori di carte prepagate e dotate di Iban. (agg. di R. G. Flore)
TUTTE LE NOVITA’
Sta per arrivare la tassa sui conti correnti. Entro la fine di questo mese, diversi di milioni di correntisti si vedranno addebitare parte della spesa di 34.20 euro, il rateo dell’imposta di bollo. Una sorta di patrimoniale che colpisce le liquidità bancarie di privati e società e che permette allo stato di introitare ogni anno milioni di euro. Per le persone fisiche, come detto sopra, è pari a 34.20 euro annui, mentre per quelle giuridiche si sale fino a 100 euro ogni 12 mesi. Entro la fine di questo mese si pagherà solamente un quarto della cifra di cui sopra, leggasi 8.55 euro per i privati, e 25 euro invece per gli altri. La legge, a riguardo, spiega che l’imposta si applica sugli “estratti conto, inviati dalle banche ai clienti ai sensi dell’articolo 119 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, nonché estratti di conto corrente postale e rendiconti dei libretti di risparmio anche postali: per ogni esemplare con periodicità annuale”. La somma viene prelevata dalla banca direttamente dai conti correnti, ma anche dai libretti di risparmio bancari e postali.
TASSA CONTO CORRENTE: UNA TASSA FISSA, MA OCCHIO ALLE ECCEZIONI
Siamo quindi in presenza di una tassa fissa, come ricorda Investireoggi, indipendentemente dall’estratto conto; si paga semplicemente per il fatto di possedere un conto corrente, così come la tassa sull’auto o quella sulla televisione, il ben noto canone Rai. C’è però un’eccezione, ovvero, che il correntista abbia una giacenza media inferiore ai 5.000 euro, in quel caso sarà esente dal pagamento delle tasse. Questo limite è stato introdotto dal vecchio governo tecnico Monti nel 2012, grazie al Decreto Salva Italia. Esenti anche le carte prepagate e i conti correnti di Paypal. La tassa sui conti correnti si può “sviare” anche qualora l’Isee personale sia basso; nel dettaglio, dovrà essere inferiore ai 7.500 euro all’anno e non bisognerà pagare i famosi 34.20 euro di cui sopra.