La tassa verde sulla spesa è molto più che una semplice idea e lo si evince da una semplice lettura dell’articolo 4 della delega fiscale predisposta dal governo e attualmente in fase di discussione in Parlamento. Nell’ultimo paragrafo viene asserito che si verificherà un “adeguamento delle strutture e delle aliquote della tassazione indiretta, in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, in modo tale da tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti, nonché con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni, alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti, alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili e alla promozione di uno sviluppo sostenibile”.
Come analizza Maurizio Belpietro sull’edizione del quotidiano “La Verità” in edicola oggi, giovedì 9 giugno 2022, è probabile che ci dobbiamo preparare a “una valanga di tasse su tutto ciò che non è coerente con il Green deal europeo. Cioè, l’Iva sarà graduata sulla base dell’impatto ambientale dei singoli prodotti”. Detta così, la frase potrebbe essere non di immediata comprensione, per questo il direttore effettua un esempio: “Compri un’auto a benzina, che dunque è ritenuta altamente inquinante? Paghi un’imposta sul valore aggiunto con aliquota massima. Ne compri una elettrica, che già al momento dell’acquisto ha incorporato un prezzo più elevato in quanto è green? Beh, in questo caso l’imposta è più bassa o anche solo ordinaria”.
TASSA VERDE SULLA SPESA, BELPIETRO: “SOLO I PIÙ FACOLTOSI POTRANNO FRUIRE DI UNA FISCALITÀ PIÙ GENEROSA”
Con la tassa verde sulla spesa, ha sottolineato Maurizio Belpietro su “La Verità”, il risultato sarà che le persone più facoltose fruiranno di una fiscalità più generosa rispetto a chi, avendo redditi bassi, non ne potrà beneficiare. E il discorso è ad ampio raggio, non riguardando unicamente le autovetture: “Provate a pensare ai pescatori, che già ora piangono perché il gasolio è alle stelle. Domani, chi vorrà comprarsi una barca nuova per andare in mare a gettare le reti pagherà un’Iva più alta perché, dai rimorchiatori ai pescherecci, i natanti non vanno né con l’energia solare né a batteria, dato che hanno bisogno di una potenza che al momento è data da un motore endotermico”.
La tassa sulla spesa inciderà anche sulla plastica, derivata dal petrolio e difficile da smaltire: “A essere puniti saranno i consumatori che sceglieranno di comprare un secchio di moplen o qualche contenitore che non sia composto di carta riciclabile”, ha chiosato Belpietro.