LA TELEFONATA (A SORPRESA) TRA PUTIN E TRUMP: COSA SI SONO DETTI E QUALI REAZIONI
Non è dato sapere se è avvenuta ora, in questi giorni, dopo l’insediamento o prima: da qualche ora si sa però una cosa certa, Donald Trump e Vladimir Putin si sono sentiti al telefono per imbastire i negoziati di pace della lunga guerra in Ucraina giunta ormai a 1082 giorni di combattimenti da quel terribile 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione di truppe russe nel Donbass ucraino. Non che sia un qualcosa di assolutamente imprevedibile, i contatti tra Usa e Russia dopo l’avvento di Trump alla Casa Bianca si sono riaccesi come mai in questi tre anni. Le interlocuzioni e le aperture a possibili incontri di pace nelle prossime settimane vengono confermati ormai da giorni tanto da Washington quanto dal Cremlino, solo che ora la telefonata Trump-Putin viene confermata niente meno che dal Presidente americano in persona, intervistato dal New York Post sull’Air Force One.
Quello che sappiamo per il momento è quello rivelato dal tycoon al NYP, ovvero che la telefonata ha visto al centro l’intenzione russa di voler terminare la guerra: senza dire quante volte si sono sentiti al telefono (il che fa presagire ben più di una, ndr), secondo il Presidente Trump il suo omologo russo si sarebbe detto preoccupato dei tanti morti in battaglia, «Vuole vedere le persone smettere di morire». Secondo il nuovo inquilino della Casa Bianca, con lui al comando la Russia non avrebbe mai invaso l’Ucraina e la caterva di morti sarebbe stata evitata: da qui l’attacco a Biden, definito come «un imbarazzo per la nazione», rivelando invece di aver sempre avuto un buon rapporto con il Presidente russo Putin.
GUERRA IN UCRAINA, IL POSSIBILE CRONOPROGRAMMA PER I NEGOZIATI TRUMP-PUTIN-ZELENSKY
È dunque sempre dalle colonne del NYP che Trump rivela alcuni dettagli sulla telefonata con il Cremlino che aggiungono dettagli al cronoprogramma già ipotizzato negli scorsi giorni dalle varie fonti della Casa Bianca e di Mosca: come spiega il Presidente americano, i negoziati di pace sull’Ucraina dovranno essere rapidi e veloci, «Ogni giorno la gente muore. Questa guerra è così brutta in Ucraina. Voglio porre fine a questa dannata cosa». Parlando poi con il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, il neo-nominato Mike Waltz, Trump ribadisce la volontà di far partire gli incontri bilaterali al più presto, «Giovani soldati belli vengono uccisi. Giovani uomini, come i miei figli. Da entrambe le parti».
Da Mosca non arriva alcuna conferma ma neanche smentita dei colloqui avvenuti nelle scorse ore con la Casa Bianca: a domanda specifica il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, sottolinea con la stampa russa che le parole del Presidente americano non possono essere «smentite né confermate». Mosca si limita a riferire che comunicazioni con gli Stati Uniti continuano ad avvenire con frequenza, e che presto una svolta avverrà per la guerra in Ucraina: del resto il Cremlino ha sempre chiesto che possa esserci una presa di posizione netta degli Stati Uniti per convocare i negoziati di pace, e l’intervista di oggi voluta da Trump con quelle rivelazioni sulla telefonata con Putin potrebbero essere la “svolta giusta”.
Chi non si arrende però ad un piano di pace che vedrà concessioni a Mosca è il Presidente ucraino Zelensky, tornato ancora una volta nelle scorse ore sui tentativi di far finire la guerra sull’asse Mosca-Washington: sebbene Kiev lodi l’intervento di Trump per porre fine ai combattimenti, Zelensky non ritiene credibile il Presidente russo quando promette di far terminare la guerra. Davanti ad un piano di pace che sarà presentato in settimana durante la Conferenza di Monaco (dal responsabile per l’Ucraina della Presidenza Trump, Keith Kellogg), con cessate il fuoco entro Pasqua e possibile incontro fra Zelensky e Putin forse già a fine febbraio, il Governo ucraino replica «Putin si sta preparando non per i negoziati, non per la pace, ma per la continuazione della guerra». Secondo le fonti dell’intelligence ucraina, la Russia avrebbe schierato altri 100mila soldati in queste ore comunicando così l’intenzione di proseguire i combattimenti per ottenere i territori ucraini e, secondo Zelensky, potrebbe spingersi anche più in là.