La denuncia del n.1 di Telegram Durov contro la Francia di Macron: “ci hanno chiesto di censurare le voci dei conservatori in Romania”. Cosa è successo
BUCAREST ACCUSA MOSCA DOPO LA DENUNCIA (SILENZIATA) DI TELEGRAM CONTRO LA FRANCIA
Da un lato il Governo rumeno (centrosinistra filo-UE) che denuncia interferenze russe sul ballottaggio delle Elezioni Presidenziali, dall’altro il post (silenziato da quasi tutti i media) del fondatore di Telegram Pavel Durov che invece accusa un importante Governo europeo – facendo intendere decisamente la Francia di Macron – di aver chiesto una censura proprio al social di origini russe per far “tacere” le voci e i canali dei conservatori di destra in Romania.
Sono ore febbrili, al culmine di mesi tesissimi, in Europa per i risultati delle Elezioni rumene che vedono scontrarsi per la carica di Presidente la destra euroscettica di Simion (dopo l’arresto e l’esclusione dalle urne del candidato Georgescu, che aveva vinto il primo turno annullato poi dalla Corte Costituzionale di Bucarest nel novembre 2025) e il liberale centrista Dan, sostenuto dal centrosinistra filo-UE dello sconfitto Antonescu al primo turno.
Dopo accuse e contro-accuse su eventuali interferenze di Mosca a favore dei Conservatori di Simion, è un post del fondatore di Telegram Pavel Durov ad alimentare le polemiche sul voto in Romania: il n.1 del social russo denuncia il tentativo di un Governo dell’Europa occidentale direttamente a Telegram per chiedere la messa a tacere delle «voci conservatrici in Romania» in vista del ballottaggio di oggi.
Non fa nomi ma indica un emoticon con la baguette, il tipico pane francese, ironizzando con «indovinate quale…», e il pensiero non può non correre alla Francia di Macron, denunciata di recente dal leader Simion proprio a ridosso del voto, nonché la stessa che con l’ex commissario UE Breton aveva spiegato nei mesi scorsi che in Germania il contrasto a AfD sarebbe dovuto avvenire «come abbiamo fatto in Romania».
LA SFIDA IN BALLO NELLE ELEZIONI IN ROMANIA E LO SCONTRO TRA I “VOLENTEROSI” E LA DEMOCRAZIA IN EUROPA
Il tema chiave insomma è la libertà di parola, di voto e di pensiero: se infatti la Francia di Macron, come in generale la Commissione Europea, chiede giustamente il pieno rispetto della libertà dei cittadini rumeni di non essere coinvolti in interferenze russe, la denuncia di Telegram – se confermata – porrebbe sul tavolo un ulteriore interferenza, anche se di segno opposto al Cremlino di Putin.
Pavel Durov infatti sottolinea di aver rifiutato in toto la richiesta giunta da Parigi, in quanto da Telegram non si vuole minimamente limitare la libertà degli utenti rumeni, «né bloccare i loro canali politici». Il messaggio del fondatore di Telegram arriva bello chiaro e forte a Bruxelles e in generale in quella parte di Occidente dove si guarda ai risultati delle Elezioni sempre come un “derby” tra Europa e Russia: «non si può difendere la democrazia distruggendola». Secondo Durov, non si può portare avanti la battaglia (giusta) di contrastare l’interferenza elettorale, portando a loro volta nuove interferenze sulle Elezioni.
O si ha la libertà di parola con le libere elezioni, oppure non si ha nessuna delle due, e su questo – conclude il n.1 di Telegram – «il popolo rumeno le merita entrambe». Il tutto mentre poche ore dopo Bucarest denuncia potenziali interferenze da Mosca per favorire il leader della destra Simion: il post di Durov insomma ha smosso e denunciato qualcosa che immediatamente dal Governo Ciolacu (alleato di Macron, ndr) viene respinto e anzi contro-denunciato. Un’ennesima dimostrazione di come il rapporto tra i potenziali “volenterosi” anti-Russia e le democrazie non del tutto allineate con l’Unione Europea sia sempre più burrascoso…