Tra le più grandi sorprese di questa Maturità 2025, che si è aperta nella giornata di oggi con la Prima prova dedicata al tema di italiano – e qui ovviamente trovate il nostro approfondimento e la diretta di questa lunga prima giornata dell’esame di maturità – c’era sicuramente lo scritto del filosofo Telmo Pievani, tratto dal suo “Un quarto d’era (geologica) di celebrità“, che pubblicò originariamente sulle pagine della rivista “Sotto il Vulcano“.
Una traccia – quella di Telmo Pievani – finita al centro della Tipologia B dedicata al Testo argomentativo e che chiedeva ai candidati di riflettere, partendo ovviamente dall’opera fornita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, sul nostro ruolo di esseri umani all’interno di un ecosistema millenario e sull’impatto che, nell’arco di pochi decenni, siamo riusciti a creare, distruggendo interi ecosistemi, piegando la natura al nostro volere e – forse soprattutto – evitando ora di assumerci le colpe di quanto accaduto.
Proprio per discutere della singolare traccia della Maturità 2025, il quotidiano Repubblica ha raggiunto ed intervistato brevemente il filosofo bergamasco, che ha fin da subito raccontato che oggi in aula era presente “anche mio figlio”: dal conto suo, la speranza – forse ironica, forse no – è che “non mi scelga“, dicendosi quasi certo che “opterà per il tema di attualità”; mentre, sapendo che era tra i protagonisti di questa Prima prova, confessa anche il suo interesse a “leggere gli scritti degli altri ragazzi”, qualora fossero disposti ad inviarglieli.

Il filosofo Telmo Pievani: “Il mio testo alla Maturità 2025 per riflettere sugli errori ambientali delle generazioni passate”
Entrando nel merito dell’estratto del suo “Un quarto d’era (geologica) di celebrità“, Telmo Pievani spiega al quotidiano fondato da Scalfari che tutto verte attorno al fatto che il genere umano è “appena arrivato su questo mondo” e si comporta come se fosse “indispensabile” per l’ecosistema terrestre, quando in realtà “non lo è”: guardare al quadro generale, secondo il filosofo, rappresenta “un vantaggio fondamentale” perché aiuta a comprendere che ci siamo “infilati (..) in un vicolo cieco“, in una vera e propria “trappola evolutiva”.
Negli ultimi decenni – spiega ancora Telmo Pievani – “[abbiamo] cambiato l’ambiente”, riducendo la sua naturale “biodiversità” fino a un punto in cui, per chi verrà dopo, sarà molto più difficile “adattarsi”: in tal senso, i giovani maturandi di oggi “non hanno alcuna responsabilità” sugli errori del passato, ma più di ogni altra generazione passata dimostrano una chiara indole ambientalista che gli permetterà di “tirarci fuori dai guai”; fermo restando che oggi il problema è la “politica”, che mostra un “corto respiro” e un totale disinteresse per il futuro.