Il tennista Francesco Maestrelli rompe il silenzio sugli insulti che riceve sui social a ogni sconfitta. Parole gravissime che piovono senza sosta e che comprendono anche gli auguri di morte alla madre e alla sorella del giocatore appena 20enne. “Accade ogni volta che perdo una partita. Me lo scrivono persone che non mi conoscono, che non sanno chi sono né tantomeno come gioco a tennis” si sfoga Maestrelli tra le pagine del quotidiano La Nazione.
“Era successo anche in passato, ma questa volta ho deciso di uscire allo scoperto, perché quando si toccano mamme o sorelle, chiamandole per nome, vuol dire che si è davvero oltrepassato il limite e invece bisogna denunciare e dire basta” denuncia Francesco Maestrelli, tennista di 20 anni nonché numero 209 Atp. Tutto inizia “al termine di un match tiratissimo”, racconta, quando “ero comprensibilmente nervoso e quando ho visto che pochi minuti dopo il mio profilo Instagram era letteralmente esploso per decine di messaggi di insulti, non ce l’ho fatta più. Mi hanno dato fastidio i riferimenti diretti a mia madre e mia sorella, indicate con i loro nomi, Parole offensive, sessiste e nelle quali si augurava loro la morte tra atroci sofferenze“. Da qui l’idea di un video denuncia da postare sui social per replicare agli insulti ricevuti, un’idea “condivisa con il canale Instagram Backstage Tennis, che racconta la persona dietro al tennista. Il lavoro duro, il sacrificio negli allenamenti, gli scatti d’ira e lo sconforto se le cose non vanno come dovrebbero. Abbiamo pensato che non è giusto continuare a tollerare gli haters, gli odiatori del web, quelli che ti prendono di mira gratuitamente solo perché hai perso un match e loro una scommessa. Che ti giudicano senza conoscerti. Che calpestano la tua dignità di persona“.
Maestrelli e gli insulti via social: “sconfitta è un passaggio necessario nello sport”
Il tennista Francesco Maestrelli denuncia i terribili insulti ricevuti sui social dopo la sua sconfitta. Un fenomeno tristemente conosciuto nel mondo dello sport e non solo: “talvolta si passa il segno ed è giusto denunciare. Fermarsi a riflettere. Perché i colpi più bassi sono quelli che vanno dritti alla sfera personale delle persone: madri, sorelle, fidanzate. Come è accaduto recentemente anche a Matteo Berrettini” dichiara il giovane tennista a La Nazione.
Contro questi bulli sui social, Maestrelli invoca un lavoro “sulla prevenzione, sulla sensibilizzazione di più e meglio la cultura sportiva” in quanto “nello sport la sconfitta è un passaggio necessario per ciascun atleta, perché aiuta a crescere. Non c’è sport senza sconfitta. Ma dobbiamo anche sensibilizzare l’opinione pubblica per proteggere di più e meglio i ragazzi più giovani che potrebbero invece essere condizionati da questi attacchi sul web e decidere di rinunciare al loro talento, alle loro opportunità, perché sopraffatti dall’odio subito sui social”.