James Dimon, presidente e CEO di JPMorgan Chase, ha affermato che “le tensioni tra Usa e Cina hanno sconvolto l’ordine internazionale, rendendolo molto più complesso per gli affari di quanto era accaduto durante Seconda Guerra Mondiale e durante la Guerra Fredda”. L’imprenditore, come riportato dal Financial Times, ha parlato del problema in questione nel corso dei commenti finali a porte chiuse di una conferenza che si è svolta a Shanghai nelle scorse ore.
La ripresa della seconda maggiore economia al mondo sta infatti vacillando. “L’incertezza sulle politiche di Pechino potrebbe presto danneggiare la fiducia degli investitori. La speranza è quella di risolvere in breve tutti i contrasti tra Stati Uniti e Cina e ciò che sta accadendo con i rapporti con gli altri alleati”, ha aggiunto. Il commento di James Dimon durante la sua prima visita a Pechino negli ultimi quattro anni è arrivato in un momento in cui la contrazione delle attività delle fabbriche ha messo in dubbio le prospettive di crescita del Paese, scuotendo i mercati azionari regionali sullo sfondo del peggioramento delle relazioni con Washington.
“Tensioni Usa-Cina hanno sconvolto ordine internazionale”, il commento di James Dimon
L’economia cinese quest’anno si è espansa rapidamente nel primo trimestre, ma la ripresa ha iniziato a vacillare. Le grandi speranze per la riapertura delle attività sono state minate dalla mancanza di fiducia degli investitori e dalle tensioni tra la Cina e gli Usa dopo che questi ultimi hanno abbattuto un sospetto pallone spia cinese e aumentato le sanzioni sui semiconduttori. Pechino ha anche fatto irruzione in gruppi stranieri come Bain, Capvision e Mintz, e aumentato la regolamentazione delle entità del settore privato nazionale, tra cui tecnologia e imprese dell’istruzione.
James Dimon da parte sua ha affermato che sebbene a volte si sia lamentato delle autorità di regolamentazione negli Stati Uniti, il sistema avrebbe anche un lato positivo. “La trasparenza, la protezione degli investitori, lo stato di diritto, la capacità di fare affari in grandi mercati e di disporre di adeguate pratiche di corruzione: questo è davvero un bene per un Paese. Fa bene ai mercati finanziari. Fa bene al capitale”, ha sottolineato.