Terremoto Bergamo Milano, quali sono le cause?/ Doglioni (Ingv) “Placca adriatica…”

- Silvana Palazzo

Terremoto a Bergamo e Milano, perché si è verificato? Il professor Carlo Doglioni (Ingv) sulle cause: "Placca adriatica si avvicina a quella europea, potrebbero esserci repliche..."

doglioni ingv mattarella 2018 lapresse 640x300 Presidente Sergio Mattarella col Presidente dell'INGV Carlo Doglioni (Foto: LaPresse)

Perché la terra è tornata a tremare a Milano? Il 17 dicembre di un anno fa si verificò nel pomeriggio una scossa di terremoto di magnitudo 3.9. Fu il sisma più forte con epicentro milanese degli ultimi 500 anni. Ma è stata superata dalla forte scossa avvenuta questa mattina, con epicentro a Bonate Sotto, in provincia di Bergamo. Il professor Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), non solo invita alla calma, ricordando che «è un evento del tutto naturale», ma ci aiuta a capire le cause. In primis, bisogna tener conto che Milano si trova nella Zona 3 della classificazione sismica italiana, con alcune aree in Zona 4, di conseguenza la pericolosità sismica è considerata bassa, ma perché si tratta di eventi rari.

«Non è che nella Zona 3 non ci possano essere eventi forti, qui possono arrivare anche a magnitudo 6 solo che magari avvengono ogni 2000 anni, per quanto ne sappiamo», ha spiegato l’esperto al Corriere della Sera. Il fronte Sud delle Alpi non corrisponde solo alle montagne che si vedono, ma si trova anche sotto Milano, perché continua verso Bergamo a muoversi. «Quello che è avvenuto stamattina è un terremoto di tipo compressivo, vuol dire che è la placca adriatica che si avvicina relativamente di 1 o 2 millimetri all’anno rispetto alla placca europea».

DOGLIONI (INGV) “CI SARANNO SICURAMENTE REPLICHE”

Il professor Carlo Doglioni ha fatto, quindi, notare che si tratta di una velocità molto lenta rispetto ai movimenti delle grandi placche in Giappone o nelle Ande, dove si verificano spostamenti di 8-9 centimetri l’anno, quindi 80 volte più veloci. Per questo la magnitudo di quei terremoti è molto più grande. Nel caso di Milano e Bergamo, dunque, si tratta di terremoti leggeri e moderati, che molto raramente possono essere forti. «Ma, attenzione, non è che a Milano non possono avvenire terremoti», ha osservato al Corriere della Sera. Per il presidente dell’Ingv «ci saranno sicuramente delle repliche», ma non sono in grado di prevedere di che magnitudo potrebbero essere.

Il terremoto, però, è stato avvertito a Brera, ma non a porta Romana, ma questo non vuol dire che Milano è divisa in due aree sismiche. «Direi che il fatto che non sia stata percepita in alcune zone della città dipende da come sono state costruite le case, ma quello che cambia moltissimo è il tipo di suolo dove sono state costruite. Ci sono suoli dove il segnale viene amplificato e altri che, invece, attenuano il segnale». Pertanto, per Doglioni bisogna tener conto dell’effetto di amplificazione locale.





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